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Il Covid piega il turismo in Italia

Pubblicato: 26/10/2020 16:34

Nell’Italia che arranca per via della pandemia da Covid-19, uno dei settori a pagare più di altri lockdown, restrizioni e limiti vari alla circolazione è stato sicuramente quello del turismo. I nuovi contagi, la reiterata paura di restare in casa e le cancellazioni di voli e viaggi vari hanno messo in ginocchio un comparto che, da solo, vale il 5% del Prodotto Interno Lordo italiano – o il 13% se consideriamo tutto l’indotto, ovvero anche l’economia creata indirettamente – e che rappresenta il 6% dell’occupazione, stando agli ultimi dati di Banca d’Italia per il 2018, ultimo anno disponibile.

Qualche numero sul turismo

Stando sempre agli ultimi dati di Bankitalia, la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata del 6,5% nel 2018 rispetto all’anno precedente; le presenze negli esercizi ricettivi sono cresciute dell’1,8%, con quelle dei soli turisti stranieri aumentate del 2,6% su base annua; il trasporto aereo è cresciuto del 6% nel 2018 sull’anno prima mentre il totale degli arrivi internazionali è migliorato di oltre l’11% due anni fa su base tendenziale.

I danni del coronavirus

Insomma, numeri importanti per un comparto rilevante per l’economia italiana. Ma il coronavirus ha dato un bel colpo all’economia turistica, come testimonia l’ultimo bollettino dell’ENIT, l’ente italiano che monitora il turismo nel Bel Paese, quello interno e quello in arrivo dall’estero.

Come si evince dall’ultimo report dell’ENIT, infatti, nello scenario di base, i visitatori totali internazionali e nazionali diminuiranno del 49% nel 2020 rispetto all’anno precedente, per un totale di 57 milioni di visitatori. “Inoltre, si prevede che i pernottamenti turistici totali diminuiranno di 186 milioni e la spesa di 71 miliardi di euro”, precisa l’ente turistico.

passaporto e certificazione coronavirus
passaporto e certificazione coronavirus (Fonte: Pixabay)

Gli impatti dovrebbero essere molto maggiori per gli arrivi internazionali che per i viaggi nazionali. Si prevede che i visitatori internazionali pernottanti diminuiranno del 64% – pari a 40 milioni di visitatori – nel 2020. In confronto, si stima che i visitatori domestici diminuiranno del 31% o di 16 milioni di unità rispetto al 2019. Entro il 2023, il turismo complessivo avrà ripreso a superare leggermente i volumi del 2019, con un aumento dell’1% di visitatori totali rispetto al 2019. “Ciò sarà trainato dal turismo interno mentre i visitatori internazionali pernottanti saranno ancora inferiori del 5% rispetto ai volumi del 2019 nel 2023. L’impatto sul turismo interno dovrebbe essere inferiore a quello dei viaggi internazionali e con una ripresa più rapida già entro il 2022”, spiega l’ENIT.

L’ente, inoltre, prevede che tutte le città italiane subiranno un impatto significativo. “Tuttavia – prosegue l’ente –, quelle che dipendono maggiormente dai visitatori internazionali rispetto a quelli nazionali saranno le più colpite. La maggiore contrazione nelle previsioni di scenario riflette la ripresa più lenta del previsto dei viaggi a lungo raggio viaggi e incertezza sui trasporti a lungo raggio – ossia viaggi aerei -, nonché l’emergere di “seconde ondate” del virus e il ritorno delle restrizioni, che influenzeranno i viaggi intraeuropei”.

“Tuttavia – precisa sempre l’ENIT –, le proiezioni sono un po’ al rialzo per il 2022 e il 2023 per i viaggi internazionali, sulla base del potenziale per una ripresa più forte nei viaggi intraeuropei, poiché i turisti provenienti dai mercati di origine dell’Europa occidentale scelgono di viaggiare all’interno del continente – incluso in Italia – piuttosto che a lungo raggio”.

Le prospettive non sono rosee

Giusto puntare il dito sul coronavirus, ma la ripresa del turismo deve passare anche dal reinventarsi degli operatori del settore, oltre che dagli stimoli – come il Bonus Vacanze – forniti dal governo. Ne è convinta l’agenzia di rating Fitch che, in un report sul comparto turistico italiano, prevede un inizio di 2021 non proprio positivo.

“L’industria del turismo in Italia ha subìto una grave battuta d’arresto nel 2020, quando la pandemia globale da Covid-19 ha interrotto il turismo nazionale e internazionale per diversi mesi. Si prevede che le interruzioni continueranno nel 2021, poiché un aumento dei casi in Italia e in una serie di altri mercati europei ha portato alla reintroduzione di alcune restrizioni ai viaggi e le compagnie aeree continuano a operare ben al di sotto dei livelli di capacità pre-crisi. Nel complesso, tuttavia, prevediamo che gli arrivi torneranno a crescere nel 2021, compensando alcune delle perdite del 2020, anche se occorreranno diversi anni prima che l’industria turistica italiana riguadagni i volumi di arrivi internazionali pre-Covid-19”, avvertono gli esperti dell’agenzia di rating.

Dopo un calo stimato di poco più del 61% nel 2020, Fitch stima una solida ripresa per il mercato del turismo in entrata in Italia nel 2021, con arrivi previsti in aumento del 30%, raggiungendo i 48,5 milioni. Ciò lascia gli arrivi ben al di sotto dei livelli pre-crisi, con l’Italia che ha accolto oltre 96 milioni di visitatori nel 2019.

“Nonostante le difficili prospettive a breve termine del mercato, il settore alberghiero e ricettivo italiano continua ad attrarre investimenti. citizenM è una delle ultime catene alberghiere ad aver annunciato piani di espansione per il Paese, avendo acquisito una proprietà a Roma, che sarà ristrutturata e rilanciata con il marchio. Anche il gruppo di lusso Bulgari prevede di aprire un hotel a Roma nel 2022”, ha aggiunto Fitch.

L’agenzia pone anche il focus su un altro dei nodi cruciali per il turismo e la politica italiani: “La compagnia aerea in difficoltà Alitalia è tornata al controllo statale. I report dell’inizio di settembre 2020 suggeriscono che il rilancio della compagnia aerea è stato ritardato dai disaccordi sulla composizione del consiglio. Il governo ha stanziato 3 miliardi di euro di capitale per sostenere la compagnia aerea”. Ma, aggiungiamo noi, senza un piano industriale ben definito e approvato dalla Commissione Europea, i soldi non arriveranno mai e ITA – il nome della nuova Alitalia – non potrà partire definitivamente.

Inoltre, come ricordano gli esperti, Uniworld Boutique River Cruises lancerà una nuova crociera di lusso nel 2021: la S.S. La Venezia offrirà crociere nel Nord Italia a partire dal 26 marzo dell’anno prossimo.

I danni del coronavirus: parte 2

Sempre Fitch ha stimato l’impatto – negativo, inutile precisarlo – del Covid-19 e delle relative restrizioni sull’economia turistica italiana.

“L’Italia è stata tra i Paesi più colpiti in Europa, con casi di Covid-19 che hanno raggiunto i 315.000 al momento della stesura – ottobre 2020 -, con quasi 36.000 morti. Il Paese ha implementato uno dei lockdown più severi tra marzo e giugno 2020, con la sospensione dei viaggi nazionali e internazionali. La maggior parte delle restrizioni interne è stata ora rimossa, sebbene alcune misure di allontanamento sociale e altre misure di salute pubblica rimangano in vigore. Anche l’Italia ha riaperto al turismo estero, sebbene restino in vigore significative restrizioni all’ingresso. Ai visitatori dagli Stati Uniti, ad esempio, non è ancora permesso entrare in Italia”.

Il World Travel and Tourism Council – WTTC stima che il settore turistico italiano abbia perso circa 36,7 miliardi di euro nel 2020 a causa della pandemia. Le proiezioni dello scenario peggiore del WTTC mostrano che più di 2,8 milioni di posti di lavoro legati al turismo in Italia sono a rischio. Confturismo di Confcommercio e il gruppo imprenditoriale Assoturismo Confesercenti stimano delle perdite ancora più alte, a 100 miliardi di euro l’anno.

“Mesi di interruzione significano che molti gruppi di hotel hanno ritardato nuove aperture – va avanti Fitch –. Rocco Forte Hotels ha posticipato il lancio dell’Hotel Villa Igiea di Palermo da luglio 2020 a maggio 2021. Intanto, la Confederazione Italiana delle Imprese segnala che ben il 70% degli hotel in città come Roma non ha riaperto nel 2020, scegliendo di restare chiuso fino alla primavera del 2021”.

Per l’agenzia di rating, il turismo interno è fondamentale per sostenere l’industria durante la crisi. Il governo ha lanciato l’iniziativa Bonus Vacanze, che offre alle famiglie un contributo fino a 500 euro da spendere in alloggi turistici in Italia ma si applicano restrizioni sul reddito.

“Le nostre previsioni mostrano che l’industria del turismo tornerà a crescere dal 2021 in poi. La pandemia da Covid-19 rimane una delle principali fonti di rischio in corso, tuttavia, poiché una recrudescenza dei casi porterà alla reintroduzione delle restrizioni di viaggio. Sottolineiamo, inoltre, il rischio di un prolungato impatto dell’epidemia sulla fiducia dei viaggiatori, in particolare i viaggiatori a lungo raggio che rischiano di rimanere bloccati all’estero se le restrizioni vengono imposte con breve preavviso. Qualsiasi estensione delle restrizioni di viaggio fino al 2021, in particolare se invadono i mesi chiave della primavera o dell’estate, creerebbe un rischio significativo alle compagnie aeree e la chiusura permanente degli hotel. Questa perdita di capacità ostacolerebbe la ripresa del settore”.

Parola all’esperto

“Il settore turistico è stato, e continua a essere uno dei settori più colpiti dagli effetti negativi del Covid-19; gli effetti positivi del mese di agosto per le località di mare possono mitigare solo in parte gli effetti negativi di una stagione turistica condizionata fortemente dall’assenza dei mercati esteri, soprattutto in destinazioni come città d’arte, per non parlare di fenomeni indiretti come il crescente utilizzo dello smart working, che ha portato le strutture business ha notevoli cali di fatturato”.

A parlare, in esclusiva a Momento Finanza, è Michele Falco, giovane imprenditore turistico, esperto del settore e consulente di Hotel Management.

Michele Falco
Michele Falco

Cosa aspettarci, quindi, dal futuro? “Difficile da prevedere – prosegue Falco –. Le previsioni sono molto influenzate dall’andamento della diffusione del virus e dai conseguenti interventi normativi – vedi DPCM – che cambiano le carte in gioco in maniera non prevedibile. Per un settore, come quello turistico, che vive di programmazione sul medio e sul lungo termine, questo rappresenta un limite molto difficile da superare e affrontare: pensiamo, ad esempio, ai progetti di investimento bloccati, agli accordi con tour operator internazionali per la programmazione anno su anno, alle assunzioni di personale, che inevitabilmente subiranno conseguenze pesanti. Ci vorrà tempo, personalmente, penso che fin quando non si avrà un vaccino, la situazione rimarrà molto incerta e quindi le aziende dovranno affrontare situazioni “a vista” con tutti i problemi che ne conseguono”.

Quali interventi adottare nel frattempo? “Il Governo ha fatto bene a introdurre i Bonus Vacanza, anche se la misura non ha avuto gli effetti sperati e molte strutture hanno preferito non accettare questo sistema. Sicuramente le aziende avranno bisogno di reali e consistenti aiuti da parte del Governo, soprattutto a fondo perduto, magari rivedendo il sistema di calcolo del fondo perduto adottato fino ad ora; serve poi rivedere il sistema di tassazione (è impensabile obbligare la chiusura delle attività e poi chiedere tasse arretrate da pagare) e valutare delle nuove strutture contrattuali che prevedano formule di assunzione o licenziamento più snelle e meno vincolanti rispetto ad oggi (ricordo che molti posti di lavoro verranno persi e il blocco dei licenziamenti sarà annullato)”.

“Il discorso sopra – chiosa l’esperto – non vale solo per le strutture ricettive ma anche per quelle ristorative, ossatura del sistema turistico, oltre a guide turistiche, attrazioni culturali e tutto il sistema di servizi che ruota attorno al mondo del turismo. Meno burocrazia, più rapidità nelle scelte, maggiori aiuti alle aziende e alle destinazioni turistiche per affrontare questo periodo di incertezza per prepararsi alla ripartenza ed essere ancora competitivi sul mercato iper-competitivo e saturo che sarà diverso da come lo vediamo oggi”.