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Superbonus 110% sarà strutturale?

Pubblicato: 05/09/2020 20:41

Il Superbonus 110% sarà strutturale. L’ha annunciato il ministro Mise Stefano Patuanelli nell’intervista rilasciata a La Stampa specificando che la super agevolazione fiscale diventerà una misura definitiva, in pianta stabile del Bonus Casa, ecobonus e sismabonus 110%.

In termini pratici, cosa significa? Cosa cambierà rispetto a tutto ciò che si è appreso finora riguardo alla detrazione fiscale del 110%?

Fino a ieri, si ragionava su un’eventuale proroga del superbonus, su un’estensione dell’agevolazione fino al 2023. L’ipotesi di un prolungamento dell’agevolazione fino al 2023 era stata anticipata dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani.

Oggi, a quanto pare, il Governo sta valutando una soluzione diversa, un piano più a lungo termine per il superbonus.

Vediamo di che si tratta in dettaglio.

Superbonus 110% sarà strutturale: cosa significa

Per misura strutturale s’intende una misura che diventa parte integrante dei provvedimenti previsti per il contribuente, una misura permanente, definitiva.

In particolare, l’incentivo del Superbonus 110% da una parte consente la riqualificazione energetica e la riduzione del rischio sismico di abitazioni ed edifici, dall’altra, punta a favorire notevolmente il settore edile creando nuovi posti di lavoro in un delicato momento di crisi economica post-lockdown.

Superbonus 110% in pianta stabile: cosa cambia

Il Superbonus 110% sarà strutturale, permanente, non più una misura di emergenza.

Questo nuovo piano del Governo cosa cambia?

Entrando tra i benefici in pianta stabile, la super agevolazione fiscale concede più tempo ai beneficiari nonché alle imprese edili per realizzare gli interventi previsti dal superbonus.

Il decreto Rilancio ha fissato dei termini secondo cui il superbonus è valido per lavori di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica nel periodo compreso tra il 1° luglio 2020 e il 31 gennaio 2021. Con l’accorpamento permanente dell’ecobonus e sismabonus 110% ne Bonus casa viene concessa un’estensione temporale necessaria, vitale.

I 18 mesi previsti dal decreto Rilancio sono insufficienti per i vari adempimenti, dalla raccolta della documentazione necessaria ai lavori effettivi da eseguire. Tutto questo senza contare le tempistiche burocratiche (pubblicazione dei decreti attuativi sui requisiti tecnici, le asseverazioni, il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate su sconto in fattura e cessione del credito).

Togliere i paletti temporali aiuterà tutti gli interessati, tanto i beneficiari dell’agevolazione quanto le imprese edili che potranno pianificare e concludere i lavori senza l’ansia di condizionamenti e tempi stretti.

Si attingerà al Recovery Fund?

Per le coperture, in parte verrà utilizzato il Recovery Fund europeo, ha spiegato il ministro Patuanelli. Le prime risorse potrebbero arrivare entro quest’anno, mentre si potrà ricevere il 10% dei progetti finanziati entro la primavera del 2021. Il resto dei fondi dovrebbe arrivare nella seconda parte del 2021 o nel 2022.

Il ministro sottolinea che i fondi del Mes non sono lo “strumento più adatto a noi, vedremo come evolverà la situazione”.

Il Mise ha individuato tre filoni per l’investimento delle risorse: transizione digitale e ambientale, potenziamento del sistema produttivo.

L’obiettivo è sostenere gli investitori riportando produzioni delocalizzate (re-shoring) ed agevolare l’accesso al credito sostenendo la ricapitalizzazione delle imprese.

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2020 14:23