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Sgozzato in centro Torino: ucciso da un “raptus di follia”

Pubblicato: 26/02/2019 17:28

C’è un supertestimone nel caso della morte di Stefano Leo, il 34enne ucciso per sgozzamento lo scorso weekend sarebbe stato ucciso con un solo velocissimo fendente: a ucciderlo sarebbe stata un’arma affilata e mostruosamente letale. Si continua a cercare un uomo dai capelli rasati ai lati e rasta al centro, sui 30-35 anni, noto per l’indole pericolosa.

Ucciso con un solo gesto

La lama che ha sgozzato Stefano era così affilata che gli ha reciso di netto la trachea, arrivando fino alla colonna vertebrale. È drammatico pensare che dopo questa orrenda, velocissima aggressione, il ragazzo sia riuscito a stare in piedi, arrancando disperatamente cercando aiuto, fino a cadere in strada in mezzo al traffico. Quando lo hanno soccorso aveva ancora gli auricolari nelle orecchie: i fili erano stati recisi dalla lama, insieme alla sua gola. Chi lo ha ucciso lo ha fatto in preda, probabilmente, a un raptus di follia ed ha agito in maniera sicura, senza tentennamenti: Stefano non ha avuto alcun modo di opporre resistenza.

stefano leo

Un raptus di follia

Un supertestimone si è fatto avanti ed ha descritto la scena, che avrebbe visto di persona: l’aggressore si sarebbe avvicinato compostamente a Stefano cogliendolo di sorpresa da dietro e poi lo avrebbe stretto, per tagliarli la gola in un attimo. Dopodiché si sarebbe allontanato altrettanto compostamente. L’uomo sarebbe stato identificato come un individuo noto in zona per il suo carattere pericoloso e squilibrato. Le telecamere lo avrebbero inquadrato mentre si allontanava dalla zona e si incamminava verso via Napione.

Un ragazzo tranquillo

D’altronde, che si trattasse di un omicidio dettato da un raptus si era compreso fin da subito. A Repubblica il suo coinquilino Sebastiano qualche giorno fa aveva dichiarato: “Era un ragazzo metodico ed equilibrato. Davvero non riesco a capire come sia potuta succedere una tale tragedia. Questa mattina non ero con lui, perché da qualche giorno sono a Milano per studiare. Ma, come sempre, sarà uscito di casa per andare al lavoro. Ogni mattina faceva una passeggiata in lungo Po Machiavelli, raggiungeva piazza Vittorio e poi andava in negozio, in via Roma. Aveva fatto i calcoli: ci metteva 40 minuti esatti. Non litigava mai con nessuno. Era tranquillo”.

sgozzato interna
Il luogo in cui Stefano è crollato per strada