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Omicidio Mollicone: scomparso l’apparato genitale dal cadavere, è mistero

Pubblicato: 29/04/2019 13:33

Non solo ci sono dettagli, particolari che non tornano, quello che c’è di assurdo è che a postumi della superperizia, qualcosa sembra proprio mancare. A riferirlo è Il Messaggero che ha diffuso il report della tanatologa Cristina Cattaneo, la stessa professoressa artefice della perizia che constatò la morte violenta di Serena Mollicone, uccisa nella Caserma dei Carabinieri di Arce nel 2001.

Omicidio Serena Mollicone: la superperizia

Il corpo di Serena Mollicone si potrebbe dire che non sia più, inevitabilmente, lo stesso. Lo si può dire di conseguenza pensando al suo omicidio, avvenuto nel 2001 ma quello che colpisce la tanatologa Cristina Cattaneo non è certo la degradazione del cadavere quanto l’assenza di alcune parti che contrariamente dovrebbero esserci. A riferire la novità sul caso di Serena Mollicone, uccisa nel 2001 e il cui corpo venne ritrovato legato in un boschetto di Arce, è Il Messaggero.

Il giallo degli organi genitali mancanti

Secondo quanto emerso dalla superperizia di Cristina Cattaneo, molti degli esami autoptici non sarebbero più possibili perché le parti del corpo in questione non ci sarebbero più. Come riporta Il Messaggero, sarebbero spariti alcuni organi dal cadavere della ragazza e, molti dei reperti che vennero esaminati nel corso delle precedenti perizie, non ci sarebbero più. Nel particolare la Cattaneo ha evidenziato nero su bianco il mancato svolgimento, post ritrovamento del corpo, di alcune analisi medico-legali importanti per la risoluzione del caso quali l’analisi delle larve, la notazione della temperatura del corpo: dettagli fondamentali sfuggiti ai medici legali ma che potrebbe essere anche la conseguenza di una protocollo diverso rispetto all’odierno.

Rapporti sessuali pre-mortem: un sospetto indecifrabile

Cattaneo ha così ravvisato della superperizia che: “Purtroppo gran parte dei genitali e dell’ano è stata prelevata all’autopsia ma mai rinvenuta per ulteriori indagini“. La tanataloga che nel 2016 ha fatto sostanzialmente svoltare le indagini rintracciando compatibilità tra il trauma cranico rinvenuto sul cadavere della Mollicone e un segno, un’ammaccatura, all’interno della Caserma di Arce, si trova ora di fronte al desiderio irrealizzabile di poter sventare il sospetto che prima della morire la ragazza possa essere stata vittima di una violenza sessuale.

La primissima autopsia non aveva rilevato alcuna presenza di liquido seminale sul corpo della Mollicone ma questo non può comportare la conseguente esclusione di un qualsiasi tipo di rapporto sessuale antecedente alla morte. Un sospetto che pare tale debba rimanere a fronte di mancati accertamenti – che avrebbero dovuto essere svolti subito dopo la morte della ragazza e che invece non sono stati fatti – e che oggi risultano essere impossibili da svolgere. Non c’è motivo per credere e per non credere che parti del corpo della Mollicone possano essere stati fatti sparire volutamente così come è ammessa l’ipotesi che le parti mancanti e la loro assenza sia stata messa agli atti e che ne manchi solamente la documentazione tra le tante carte ora nelle mani della tanatologa. Ma come già sottolineato, all’appello non mancano solo gli organi genitali: la Cattaneo non ha trovano nemmeno alcune lesioni del cranio che aveva rinvenuto in precedenza.

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2019 13:34