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Roma, indagati 65 militanti di estrema destra per le proteste anti-rom

Pubblicato: 16/05/2019 20:42

Le immagini delle periferie in rivolta di Roma contro l’assegnazione di case popolari a cittadini di etnia rom hanno scosso larga parte dell’opinione pubblica, in un senso o nell’altro. Ad indagare ora è la Procura di Roma con l’apertura di un fascicolo su 65 militanti di estrema destra. Gli iscritti al registro degli indagati appartengono ai movimenti politici di CasaPound e Forza Nuova, e sarebbero i registi delle violente reazioni contro l’arrivo dei nuovi residenti. Gli episodi sotto la lente dei magistrati sono quelli di Torre Maura, dello scorso 2 aprile, e le proteste andate in scena a Casal Bruciato tra il 6 e l’8 maggio.

Militanti di Forza Nuova e CasaPound indagati per le proteste anti-rom

Per i fatti di Torre Maura sono già indagate 41 persone, a cui se ne aggiungono altre 24 per quanto successo a Casal Bruciato. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto Eugenio Albamonte hanno aperto un fascicolo dopo l’informativa della Digos. Le accuse sono minacce, istigazione all’odio razziale, apologia di fascismo, adunata sediziosa, violenza privata e rapina per quanto riguarda il pane destinato alle famiglie rom preso e calpestato.

I fatti risalgono alle violente proteste contro, nel caso di Torre Maura, il trasferimento di circa 60 persone di etnia rom in un centro di accoglienza. Dopo i gravi disordini che ne sono seguiti sono stati ricollocati in altre strutture.

Il pane gettato a terra a Torre Maura
Il pane gettato a terra a Torre Maura

La vicenda Raggi e la procedura d’infrazione

La contestazione del trasferimento di famiglie rom in alcuni quartieri periferici sta incontrando la strenua resistenza dei residenti. La maggior parte delle proteste andate in scena però, secondo i magistrati, avrebbero avuto come fomentatori attivisti di estrema destra. A Casal Bruciato frasi shock come “Ti stupro!” gridato a una donna rom con in braccio la figlia ha segnato un’ulteriore aumento dell’asticella della tensione razziale.

La sindaca Virginia Raggi in quell’occasione è scesa in prima linea, andando a trovare la famiglia a cui è stata assegnata la casa popolare. Sfidando la contestazione in strada, ha parlato con alcuni inquilini del palazzo, rassicurandoli che il Comune avrebbe trovato una soluzione condivisa. In questa delicata questione che divide la società è intervenuta recentemente anche l’Unione Europea. La Commissione europea ha iniziato una procedura di pre-infrazione contro la Regione Lazio per l’assegnazione discriminante delle case popolari a famiglie rom.

In copertina: immagine di repertorio

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2021 14:53