Cristiano Malgioglio non se la sente di dare addosso a Pamela Prati, rea confessa di aver inventato il matrimonio. La showgirl dichiara di essere stata plagiata dalle due agenti, spiegazione che il cantante sembra accettare. In un’intervista a Adnkronos, Malgioglio chiede all’Italia di perdonare l’amica, delle cui bugie ha cominciato a sospettare tempo fa.
Cristiano Malgioglio chiede di perdonare la Prati
Una vicenda che ha incuriosito telespettatori e affezionati di gossip e che è finalmente arrivata ad un epilogo. Mark Caltagirone non esiste (ma lo sapevamo da un po’), e Pamela Prati è caduta in disgrazia insieme alle due agenti, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo.
L’opinionista però lancia un appello a difesa della soubrette: “Quello che ha fatto e hanno fatto a Pamela trovo che sia terribile, ha preso in giro i telespettatori ma, visto che siamo amici da tanti anni, chiedo agli italiani di perdonarla, ha bisogno di aiuto perché è molto fragile psicologicamente“.
Malgioglio dichiara che Prati “È una persona meravigliosa caduta in un circuito perverso“. Insomma, si è inventata un marito, due figli in affido e un’altra serie di situazioni più o meno gravi, ma lo ha fatto perché lei stessa vittima.
Se l’appello del cantante alla magnanimità sarà colto dal pubblico è improbabile, ma mai dire mai.
Lui sapeva: il sospetto da una telefonata
A quanto pare Malgioglio da tempo aveva dei dubbi sul matrimonio. Durante una chiamata per parlare di una possibile ospitata della soubrette al Grande Fratello il cantante le ha chiesto del matrimonio: “Lei mi rispose di sì ma quando le chiesi il giorno buttando un numero a caso e lei rispose ancora di sì, a quel punto iniziai ad avere dei dubbi“.
“Io e Pamela siamo molto amici ma non ci vediamo da 2 anni perché io vivo a Milano e lei a Roma“, spiega l’ex gieffino vip, “ma quello che posso dire è che mi fa tenerezza, è caduta in un vortice più grande di lei e non credo che sia accaduto, come scrivono in molti, per tornare in auge perché Pamela è una bella donna e non ha mai smesso di lavorare“.