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La vita in carcere di Roberto Formigoni: “Leggo, studio e vivo il presente”

Pubblicato: 04/06/2019 12:22

Trascorsi i primi 3 mesi nel carcere di Bollate (MI), Roberto Formigoni rompe ancora il silenzio. L’ex presidente della Regione Lombardia ha raccontato al periodico cattolico Tempi la sua vita in cella. Sebbene condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione, la lettera parte all’attacco: “la mia è stata pubblicamente definita dal prof. Franco Coppi, il più grande penalista italiano, «una condanna senza colpa e senza prove», perdipiù aggravata dalla legge “spazzacorrotti” di cinquestelle e Lega, applicata retroattivamente nei miei confronti per presunti reati eventualmente compiuti nel 2011”. Tuttavia, questo resta l’unico accenno alla sentenza. Nel resto dello scritto, l’ex governatore racconta le sue giornate, tra letture, studi e il rapporto di solidarietà con gli altri detenuti.

La sorpresa per la calma con cui sta affrontando la detenzione

“Questa situazione non poteva dominare né i miei giorni né i miei minuti. Hanno potuto condannarmi ma non hanno potuto decidere del mio modo di reagire e di vivere, non hanno potuto inquinare né il mio cuore né il mio cervello”, prosegue Formigoni. “In galera, come nella vita, vivo il presente istante per istante, e ogni istante è un’occasione di sofferenza ma anche di incontro e riflessione”. Ai lettori del periodico vicino a CL, il movimento cattolico in cui ha militato per decenni, Formigoni racconta anche un aneddoto. Pare infatti che nel primo periodo di detenzione non abbia manifestato la depressione che solitamente viene ai carcerati. Tanto che uno psicologo un giorno “mi ha fatto chiamare per domandarmi: «Ma si rende conto di dove è, di cosa le è successo?». In realtà voleva chiedermi: “Ma lei è pazzo? Come fa a vivere così?”. Eppure, anche qui si può vivere così.”

corridoio di una prigione
Carcere (immagine di repertorio)

Il ringraziamento di Formigoni ai suoi sostenitori

A quanto pare, i primi mesi dietro le sbarre Formigoni ha scelto di passarli maturando una sorta di “calma zen”. Oltre questo, spiega che in carcere il tempo utile è poco, dunque cerca di impiegarlo quanto possibile “per studiare, testi classici e contemporanei, politica, economia, teologia. E infine c’è il tempo per la corrispondenza: le lettere, le mail e i messaggi che per settimane mi sono arrivati a fiumi”. L’ex presidente lombardo ha infatti già ricevuto oltre 2000 lettere, sia da amici che da sconosciuti. Ai mittenti Formigoni dedica la conclusione della lettera: “il mio più grande cruccio è di non riuscire a rispondere che a pochi. Ma i messaggi li conservo tutti, ci sono storie grandi e piccole, riflessioni a volte straordinarie di quello che oso ancora definire “il mio popolo”. È un tesoro, questo, che non hanno potuto né condannare né distruggere. E che porterò sempre con me”.

Roberto Formigoni (Foto Flickr Bruno Cordioli)
Roberto Formigoni (Foto Flickr Bruno Cordioli)