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Plastica in alimenti e bevande di uso comune che nemmeno immaginiamo

Pubblicato: 18/06/2019 14:03

Dalle spiagge dell’Indonesia all’Artico, la plastica sta soffocando il nostro pianeta. Aveva già lanciato l’allarme Greenpeace nell’ottobre del 2018, adesso un nuovo studio ha svelato quanta microplastica ingeriscono le persone ogni settimana. La ricerca ha rivelato anche quali sono i cibi e le bevande che ne contengono di più. Sono tutte di uso comune, quindi è praticamente inevitabile filtrarla. Anche se gli effetti sulla salute umana non sono stati ancora studiati approfonditamente i dati sono preoccupanti. 

Lo studio

Secondo lo studio “No plastic in nature: assessing plastic ingestion from nature to people“, condotto dall’Università di Newcastle, in Australia, e commissionato dall’organizzazione internazionale del WWF, ogni persona, in media, potrebbe ingerire circa 5 grammi di plastica alla settimana. L’equivalente del peso di una carta di credito. Dal 1950 la produzione di plastica vergine è aumentata di circa 200 volte, è cresciuta del 4 per cento all’anno dal 2000, e potrebbe arrivare al 40 per cento entro il 2030. A oggi, un terzo dei rifiuti plastici finisce in natura, si calcola che solo nel 2016 siano state 100 milioni di tonnellate. Una parte dei rifiuti prodotti dal consumo di plastica è gestita male. Lo studio fa presente che se si continuerà a non riciclare o a gestire l’attività di alcune discariche in modo incontrollato, entro il 2025 l’oceano conterrà una tonnellata di plastica per ogni tre tonnellate di pesce. 

È stata rilevata plastica nella fossa delle Marianne e nei ghiacciai del Mar Artico, ma è presente in moltissimi ecosistemi costieri di tutto il mondo. Come è noto, dalle tante notizie giunte negli ultimi anni, gli animali, come rettili, pesci, mammiferi e uccelli, si impigliano in grossi detriti plastici, riportando gravi lesioni o morendo. È stato dimostrato che nella fauna le tossine da plastica danneggiano la riproduzione e il sistema immunitario. Inoltre, l’inquinamento da microplastiche altera anche le condizioni del suolo, che possono influire sulla salute degli animali e aumentare le probabilità che sostanze chimiche nocive penetrino nel terreno. 

Le microplastiche sulla salute umana

Studiati gli effetti sul mondo animale si è passati a ciò che ci riguarda più da vicino: le microplastiche contaminano l’aria, il cibo e l’acqua. La letteratura in questo campo è limitata ma i risultati dello studio condotto dall’Università di Newcastle confermano le preoccupazioni per la salute umana. Sebbene tale ricerca rappresenti una sintesi dei migliori dati disponibili, si basa su una serie limitata di prove e presenta limitazioni. Gli specialisti hanno concordato sul fatto che sono necessari ulteriori studi per ottenere stime precise. Gli studiosi australiani hanno rivelato che il consumo di cibi e bevande comuni, quali acqua potabile, birra, crostacei e sale, può comportare un’ingestione settimanale di circa 5 grammi di plastica, a seconda delle abitudini personali. La più grande fonte di ingestione di plastica in tutto il mondo è l’acqua potabile, sia in bottiglia che quella del rubinetto. Gli effetti a lungo termine sulla salute degli esseri umani non sono ancora chiari, ma gli scienziati sospettano che il rischio per la salute sia stato sottovalutato finora. Gli studi hanno però dimostrato che al di là di un certo livello di esposizione, l’inalazione di fibre plastiche sembra provocare una lieve infiammazione delle vie respiratorie

Microplastiche stimate ingerite attraverso il consumo di cibi e bevande comuni a settimana. Fonte: Studio "No plastic in nature: assessing plastic ingestion from nature to people", Sito WWF
Microplastiche stimate ingerite attraverso il consumo di cibi e bevande comuni a settimana. Fonte: Studio “No plastic in nature: assessing plastic ingestion from nature to people”, Sito WWF

Alcuni tipi di plastica, inoltre, contengono sostanze chimiche e additivi con potenziali effetti sulla salute umana. Tali sostanze influirebbero sulla funzione sessuale, sulla fertilità e sull’aumento di insorgenze di mutazioni e tumori. Nella ricerca dell’Università australiana non sono state prese in considerazione altre fonti dirette, come cereali e derivati, latte, o indirette, come imballaggi per alimenti, spazzolini, utensili da cucina. Dunque, la quantità di microplastiche ingerite dall’uomo potrebbe essere superiore, dipende da variabili quali età, posizione geografica e stile di vita.

Cosa sono le microplastiche

Si è stimato che ogni anno finiscono negli oceani otto milioni di tonnellate di plastica. Questa si divide in minuscole particelle, di dimensioni inferiori a 5 millimetri, chiamate microplastiche. Sono abbastanza piccole da entrare nella catena alimentare animale e umana. Ve ne sono due tipi: microplastiche primarie e secondarie. Le prime sono materie plastiche rilasciate direttamente nell’ambiente sotto forma di piccoli particolati, come le microsfere presenti nel gel doccia, o provenienti dall’abrasione degli pneumatici. Le seconde derivano dalla degradazione di plastica più grande, come i sacchetti di plastica. Uno dei progetti in corso per frenare questo terribile processo di distruzione della specie, umana e animale, prevede il tracciamento della plastica negli oceani. Il progetto dura fino al 2022 e mira a creare una mappa 3D dei rifiuti plastici oceanici. La mappatura delle microplastiche consentirà una stima più accurata delle materie plastiche ingerite in base a dimensioni, forma, tipo di polimero e distribuzione, a seconda dell’ambiente circostante e della posizione geografica. 

L’avvertimento del WWF

L’Organizzazione mondiale della sanità – OMS – sta attualmente esaminando l’impatto sulla salute delle microplastiche. Ma il WWF, nel frattempo, ha lanciato diversi avvertimenti e una petizione. Si legge sul loro sito: “Molti di noi stanno facendo la propria parte per ridurre l’inquinamento plastico, ma è tempo che anche i governi e le imprese si assumano la responsabilità. Bisogna invitare i governi a introdurre un accordo globale giuridicamente vincolante per fermare le materie plastiche che inquinano i nostri oceani“.

Infine, con delle domande e risposte particolarmente efficaci, l’organizzazione ha sottolineato la pericolosa situazione: “Quanto è dannosa [la plastica] per la mia salute? La verità è che non lo sappiamo. Sappiamo che la plastica sta danneggiando in modo irreparabile la fauna selvatica, ma gli scienziati hanno appena iniziato a studiare cosa sta facendo alla salute umana“. E ancora: “Possiamo dire, categoricamente, che questo sta causando impatti sulla nostra salute? No. Significa che possiamo stare tranquilli? Assolutamente no. Dopotutto, non sceglieresti di mangiare una vera carta di credito, giusto?“. 

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2019 14:04