Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna. Il 20 luglio del 1969, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin divennero i primi esseri umani a mettere piede sul nostro satellite. Ma quel grandioso successo, il celebre “grande salto per l’umanità”, è merito anche delle numerose e geniali donne della NASA. Il loro contributo fu fondamentale per la buona riuscita delle missioni Apollo. Quello che fu “un piccolo passo per l’uomo”, si trattò invece di un enorme balzo per le donne. La NASA infatti ritiene centrale l’emancipazione femminile grazie ad alcune di loro. Il 34% dei suoi astronauti oggi son donne. Inoltre, come riporta Elle, l’amministratore delegato Jim Brindestine ha dichiarato che la NASA punta a portare la prima donna sulla Luna con la spedizione Artemis prevista nel 2024. Il nome della missione, inoltre, è un altro inno alle donne.
Il prezioso contributo dell’informatica Margaret Hamilton
Ma tornando agli anni ’60 e ’70, almeno due nomi meritano di essere ricordati a proposito del nostro primo allunaggio: Margaret Hamilton e Frances “Poppy” Northcutt. La Hamilton si dimostrò una pioniera dell’informatica, realizzando un sistema di codici con il MIT di Boston che determinò il successo della missione Apollo 11. Proprio la Hamilton ribattezzò quel sistema software engineering, per fare distinzione con gli altri ambiti dell’ingegneria. Non si può negare il ruolo fondamentale della donna che progettò il software del computer di bordo e del modulo di comando dell’Apollo. La sua mente brillante fu senza dubbio uno dei pilastri che portarono gli astronauti Armstrong, Aldrin e Collins al successo della missione.
Il ruolo fondamentale della matematica Frances “Poppy” Northcutt
Frances Northcutt, detta “Poppy”, oggi 75enne, ebbe un ruolo non meno importante. Fu una delle prime donne ingegnere a far parte della Mission Control della NASA e la prima donna in assoluto ad entrare nel Centro di Controllo di Houston per il programma Apollo. Laureata in matematica all’Università del Texas, all’epoca “Poppy” Northcutt aveva solo 25 anni. Northcutt ricoprì il ruolo di responsabile del calcolo della traiettoria di ritorno per la missione Apollo 8, che portò gli astronauti ad orbitare intorno alla Luna. Contribuì successivamente nel riportare a terra gli astronauti dell’Apollo 13 dopo l’incidente del 1970, che tutti ricordano per la celebre frase “Houston, abbiamo un problema”. Ma “Poppy” iniziò a lavorare come “calcolatrice“, come la maggior parte delle donne assunte dalla NASA. Queste dovevano fare e controllare continuamente calcoli di ogni tipo. Ma con caparbietà e intelligenza, la Northcutt si guadagnò un ruolo ben più fondamentale.
L’esempio di due donne geniali e coraggiose
Il film Il diritto di contare, tratto dall’omonimo libro di Margot Lee, tratta proprio del lavoro delle donne “calcolatrici” della NASA. Un ruolo considerato inferiore, e che permetteva ai colleghi uomini di occuparsi di questioni più importanti. Ciò ci ricorda che, purtroppo, molto spesso la storia non è stata clemente con le donne. Scienziate, filosofe, pensatrici e inventrici coraggiose e geniali si son viste soffiare la celebrità dai colleghi uomini. Eppure, i loro nomi e il loro prezioso contributo non sono stati dimenticati, e mai lo saranno. Che il loro possa essere un esempio per le generazioni a venire, perché la Scienza e la Storia avranno sempre bisogno di donne come Margaret Hamilton e Frances Northcutt.
Immagine in evidenza: NASA.