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Carabiniere ucciso a Roma, Christian contro Lee: “Non sapevo che avesse il coltello”

Pubblicato: 29/07/2019 11:10

Uno dei due americani fermati per la morte di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma, ha iniziato a differenziare le proprie responsabilità da quelle del suo amico. Si tratta di Christian Gabriel Natale Hjorth che ha chiarito la sua posizione dicendo che non poteva immaginare che il suo amico, Elder Finnegan Lee, si spingesse a uccidere Mario Cerciello Rega. I due giovanissimi turisti americani, Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, si trovano adesso in stato di fermo con le accuse di omicidio aggravato e tentata estorsione.

Christian Gabriel Natale Hjorth si smarca dal suo amico

Christian Gabriel Natale Hjorth si smarca dalla posizione del suo amico, Elder Finnegan Lee, esecutore materiale del terribile omicidio di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma. Come riporta Il Messaggero, con queste parole il giovane avrebbe posto una linea di demarcazione netta tra le sue responsabilità e quelle del suo amico: “Non sapevo che avesse il coltello“. Anche se sembra che Elder Finnegan Lee abbia portato la sua arma dagli USA in Italia, il suo amico pare non ne fosse a conoscenza, dunque.

Anche il suo avvocato Emiliano Sisinni ha spiegato che il suo assistito non avrebbe potuto mai immaginare il tragico epilogo della vacanza causato dal comportamento assurdo di Elder Finnegan Lee: “La sua posizione è estranea all’imprevedibile condotta di Lee che ha portato alla morte del servitore dello stato“. Prima che Elder Finnegan Lee commettesse l’omicidio aveva anche assunto – oltre all’alcol che entrambi gli americani avevano consumato – psicofarmaci, come è emerso dalle analisi che hanno riscontrato nel suo sangue tracce di benzodiazepine, classe di medicinali che usata solitamente per curare ansia e attacchi di panico. Al di là delle percentuali di sostanze stupefacenti trovate nel loro sangue e del desiderio di sballarsi che li ha portati in cerca di cocaina quella notte, i due giovani hanno comunque commesso un gravissimo omicidio.

Beffati da uno spacciatore che gli aveva venduto dell’aspirina, i due hanno rubato il borsello dell’intermediario che li aveva condotti dal pusher. Hanno poi chiesto all’intermediario, Sergio Brugiatelli, in cambio della restituzione del borsello una busta di cocaina e 100 euro. All’appuntamento si recano però Mario Cerciello Rega e altri carabinieri in borghese che, nell’atto di identificare i due vengono aggrediti e Mario Cerciello Rega viene accoltellato e ucciso da 11 colpi di baionetta inferti da Elder Finnegan Lee.

Chi sono i due americani fermati per l’omicidio di Mario Cerciello Rega

Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee si sono conosciuti tra i banchi della scuola superiore Tamalpais di San Francisco. Entrambi figli di famiglie facoltose e borghesi, le loro vite sembrano incontrarsi all’interno di quell’ecosistema che noi europei intravediamo solo attraverso i film americani, un ecosistema che sembra a volte superficiale ed edonistico. L’autore materiale dell’omicidio del carabiniere ucciso a Roma, Elder Finnegan Lee, è nato nel 2000 a San Francisco. Giovanissimo, quando era ancora una matricola è stato eletto titolare della squadra di football del liceo.

Come Elder Finnegan Lee, anche Christian Gabriel Natale Hjorth si è diplomato al liceo di Tamalpais senza troppi sforzi. Lui che ha la famiglia di origine italiana era arrivato a Roma prima del suo amico Elder Finnegan Lee per salutare qualche parente. Il 18enne sembra che solo qualche giorno fa avesse postato una foto che immortalava le compere fatte nel negozio di Gucci. Lui e il suo amico Elder Finnegan Lee avrebbero dovuto proseguire il loro viaggio e visitare altre mete europee. Non hanno precedenti penali, stando a quelle poche informazioni che si hanno sul loro conto.