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Carabiniere ucciso, parla il padre di Gabriel Natale Hjorth: “Non è un assassino”

Pubblicato: 06/08/2019 14:31

Parla il padre di Gabriel Christian Natale Hjorth, il ragazzo americano di 18 anni fermato insieme all’amico Finnegan Lee Elder per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma lo scorso 26 luglio. L’uomo ha difeso suo figlio spiegando che è disperato per quello che è accaduto.

Le parole del padre di Gabriel Christian Natale Hjorth

Nello studio dei legali, Francesco Petrelli e Fabio Alonzo, Fabrizio Natale Hjorth parla della situazione in cui si trova suo figlio, Gabriel Christian Natale Hjorth. Al Corriere della sera, l’uomo ha dichiarato riferendosi a suo figlio: “Non sapeva che quell’uomo fosse un carabiniere, è disperato“. Il giovane è accusato di concorso in omicidio insieme a Finnegan Lee Elder, il suo amico che ha ammesso di essere stato l’esecutore materiale dell’assassinio di Mario Cerciello Rega, confessione che in ogni caso il giovane non ha ripetuto davanti al giudice per le indagini preliminari.

Già il 29 luglio, il giovane fotografato mentre era bendato e ammanettato aveva dichiarato di non sapere che il suo amico avesse con sé la baionetta con cui ha accoltellato il militare dell’Arma. Anche il padre del giovane ha ripetuto la stessa cosa: “Lui mi ha giurato di non sapere che l’altro ragazzo aveva un coltello. Pensava di dover effettuare uno scambio come gli era stato chiesto e così avrebbero avuto indietro i soldi“. Quella notte, infatti, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Mario Cerciello Rega e il suo collega Andrea Varriale stavano sventando il tentativo di estorsione dei due statunitensi ai danni di Sergio Brugiatelli, derubato del suo zaino, in cambio del quale i due giovani avrebbero chiesto una busta di cocaina e circa 100 euro. Su come, in che contesto, i due ragazzi statunitensi, Finnegan e Hjorth, abbiano rubato lo zaino di Sergio Brugiatelli sembra esserci ancora poca chiarezza.

Non è un assassino

Al quotidiano di Via Solferino, Fabrizio Natale Hjorth ha poi affermato: “Mio figlio era lì, ha sbagliato. Ma non è un assassino e io voglio dimostrarlo“. I legali del giovane hanno presentato istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame qualche giorno prima di ieri, quando anche gli avvocati di Finnegan Lee Elder, Roberto Capra e Renato Borzone, hanno presentato ricorso. Proprio questi ultimi chiedono agli inquirenti di visionare le immagini del delitto registrate dai sistemi di video sorveglianza raccolti dagli inquirenti. Intanto, oggi, verranno effettuati dei rilievi sia sugli abiti che i due americani indossavano la notte del delitto, sia sull’arma usata per uccidere Mario Cerciello Rega, una baionetta.