Le ultime notizie, che arrivano da varie parti del mondo, suscitano allarme per il sempre più veloce scioglimento dei ghiacciai, causato dal riscaldamento globale. Un nuovo studio del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), che verrà pubblicato nei prossimi mesi, dimostra come il problema non interessi solo aree lontane da noi, come la Groenlandia, ma sia di scottante attualità anche nel Bel Paese. Secondo la ricerca, infatti, in un secolo i ghiacciai delle Alpi si sono dimezzati e a questo ritmo la Marmolada scomparirà nel giro di 25 anni.
La responsabilità dell’uomo
“I ghiacciai alpini in Italia, Francia, Austria e Svizzera si stanno ritirando a una velocità senza precedenti in migliaia di anni – ha spiegato il professor Renato Colucci, glaciologo del Cnr e uno degli autori dello studio, al Corriere del Veneto – I ghiacciai delle Alpi orientali e centrali, sotto i 3.500 metri, sono destinati a sparire nel giro di 20-30 anni”. Difficile non vedere in questi dati una forte responsabilità da parte dell’uomo, che in pochi anni ha cambiato il delicato equilibrio naturale. Il gas serra, prodotto dalla combustione di petrolio e carbone, ha causato un aumento complessivo delle temperature e ha portato, spiega l’esperto, inverni con minore presenza di neve, anche in quota.
Gravi conseguenze
È proprio il sottile manto nevoso che riusciva a proteggere i ghiacciai, evitando la loro esposizione diretta ai raggi del sole. Senza questo strato protettivo, sottolinea Colucci, in media stiamo perdendo da mezzo metro ad un metro di spessore di ghiaccio ogni anno. Una deriva che potrebbe portare con sé conseguenze molto serie, come per esempio l’approvvigionamento idrico. Il Po, in particolare, deve il 30% della sua portata ai ghiacciai alpini e senza di essi i danni per la popolazione e per il comparto agricolo sarebbero evidenti.
Se in un prossimo futuro le nostre montagne avranno probabilmente un aspetto molto diverso da quello a cui siamo abituati oggi, una speranza è ancora possibile ed è legata al passaggio alle energie rinnovabili. Il problema, però, diventerà innanzitutto politico, come sta dimostrando la storia di Greta Thunberg: “Tutto questo oggi lo dice Greta, ma la scienza lo ripete da trent’anni – conclude Colucci – eppure siamo tutti inascoltati”.