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Braccio di ferro tra Di Maio e Zingaretti: l’ultimatum pentastellato mette in crisi l’alleanza

Pubblicato: 30/08/2019 21:47

Il discorso di Luigi Di Maio giunto alla fine della consultazione avuta quest’oggi con il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha il tono di una mera condicio sine qua non che incrina i rapporti con il Pd definitivamente, sfatando così quella solida maggioranza tanto agognata dal Quirinale. Ma le condizioni poste in essere dal Movimento Cinque Stelle risuonano come un aut aut alle orecchie del Pd e del segretario Zingaretti che seppur vedendo sfumare all’orizzonte un esecutivo giallo-rosso, non intende piegarsi.

I 20 punti di Di Maio, condicio sine qua non

Senza i 20 punti elencati da Luigi Di Maio, il governo non s’ha da fare. “Se entreranno i punti M5S nel programma di governo di parte, altrimenti meglio il voto“, queste le parole di Di Maio pronunciate postume al colloquio avuto con Conte, attuale presidente del Consiglio incaricato da Sergio Mattarella. Un elenco certo non nuovo e che ricalca i punti che Di Maio aveva già reso noti nel corso delle consultazioni con Mattarella: si va, primo su tutti, dal taglio dei parlamentari ad una legge sul conflitto di interessi, dal piano straordinario di investimenti per il Sud alla riforma del sistema bancario.

Zingaretti non arretra: “Basta con gli ultimatum

E se sui punti c’è ancora un largo margine di azione, sui toni la situazione sempre essersi incrinata. Le condizioni per Di Maio non ammettono un compromesso: un mero aut aut che da un lato vedo l’accettazione e quindi un futuro condiviso all’esecutivo; dall’altro il diniego con il conseguente ritorno alle urne.

Sembrava dover essere ormai un percorso in discesa sbrogliato il noto dell’apertura reciproca e invece l’elenco puntato di Di Maio fa presagire che le elezioni in autunno non sono più ipotesi lontane elucubrate nel passato. E di fronte all’aut aut, Zingaretti risponde con un perentorio frangar, non flectar. “Patti chiari, amicizia lunga – scrive il segretario del Pd Zingaretti su Twitter – Stiamo lavorando con serietà per dare un nuovo Governo all’Italia, per una svolta europeista, sociale e verde“. La chiosa finale sottolinea la decisa posizione del Pd: “Ma basta con gli ultimatum inaccettabili o non si va da nessuna parte“.

Calenda all’assalto: “Apriamoli come le cozze

Intanto Carlo Calenda, fin dal principio sconcertato dall’alleanza tra Pd e M5S, dopo essersi dimesso dal Partito Democratico, richiama all’ordine Zingaretti. Sottolineando le condizioni restrittive di Luigi Di Maio, si rivolge al segretario Pd su Twitter invitandolo a non cedere: “Zingaretti ripensaci. Come si dice a Roma: apriamoli come le cozze“. Una metafora che non risparmia nessuno, nemmeno un esecutivo alla prova.

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2019 21:59