Le consultazioni al Quirinale, con la conferenza stampa di Luigi Di Maio, si concludono. Il leader del Movimento Cinque Stelle ha appena chiuso alle sue spalle la porta in legno che lo separa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il quale ha appena avuto il colloquio. Del discorso di Di Maio, si percepisce la determinatezza di un elenco sviscerato in 10 punti, i presupposti potenzialmente alla base di un nuovo esecutivo. Si apre inevitabilmente lo spiraglio di un’alleanza: “Avviate tutte le interlocuzioni necessarie per individuare una maggioranza solida“.
Quirinale, Di Maio a colloquio con Mattarella
Di Maio apre le porte alla soluzione di un nuovo governo di legislatura. Il sunto di un discorso articolato per punti arrivato pochi attimi dopo il colloquio che il leader del Movimento Cinque Stelle ha avuto con Sergio Mattarella al Quirinale, giunto anche dopo il colloquio di Matteo Salvini. La critica alla crisi di governo, imputata all’ormai ex alleato Matteo Salvini, non è celata e anzi, manifesta: “Qui si rischia di riportare il Paese ad una condizione non diversa dalla crisi del 2008, e non è giusto che a pagare questa crisi siano proprio gli italiani“.
Il punto elenco alla base di un possibile esecutivo
Sottolinea Di Maio come l’apertura di una crisi abbia inevitabilmente bloccato alcune riforme che avrebbero migliorato la qualità di vita degli italiani e che “erano ad un passo dalla realizzazione“. Il tono si fa poi più determinato quando arriva il momento per il leader del M5S di rendere noto un elenco di 10 punti, le basi sulle quali dovrà – se ci sarà modo – basarsi il nuovo esecutivo.
Dieci impegni che comprendono, su tutti in pole position, l’approvazione del ddl sul taglio ai parlamentari: “Manca un solo voto e per noi deve essere l’obiettivo di questa legislatura, non darla vinta a chi vuole tenersi stretti 345 parlamentari“. Si annovera poi la manovra, il cambio del paradigma sull’ambiente, un legge sul conflitto d’interesse e una riforma sulla Rai sulla falsa riga della BBC inglese. E ancora dimezzare i tempi della giustizia, conseguire l’autonomia differenziata, una più concreta lotta all’evasione fiscale, una riforma del sistema bancario, un piano investimenti per il rilancio del Sud e la tutela dei beni comuni, come la scuola pubblica.
L’attacco a Salvini: “Il voto non ci intimorisce“
Quello che rimane più impresso del discorso del pentastellato è sicuramente però la conclusione, un non troppo velato affronto alla volontà di Matteo Salvini, dipinto come una persona che rifugge nel voto per scansarsi di dosso la responsabilità delle promesse fatte agli italiani. “Il voto non ci intimorisce – dichiara Di Maio – Al contrario siamo stati noi a dire che ogni qualvolta i cittadini possano esprimersi è una vittoria ma il voto non può essere una fuga dalle promesse fatte agli italiani“.
Accuse molto forti quelle di Di Maio che apre, conseguentemente, le porte del Movimento all’ipotesi di una nuova alleanza all’esecutivo: “La strada più conveniente sarebbe quella di andare al voto così da evitare di sacrificare il nostro consenso ma i cittadini ci hanno votato per cambiare l’Italia e non il Movimento e penso che il coraggio non sia di chi scappa ma di chi lavora fino alla fine per cambiare le cose senza mollare mai, provando a fare qualcosa per l’Italia“. E in conclusione, un’apertura: “Avviate tutte le interlocuzioni necessarie per individuare una maggioranza solida. Noi non lasciamo che a pagare questa crisi siano gli italiani“.