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Matteo Salvini in Senato e chiama il Presidente del Consiglio “Conte-Monti”

Pubblicato: 10/09/2019 15:29

Il leader della Lega ha appena parlato nell’aula del Senato, in occasione della giornata del voto di fiducia al governo Conte bis. Da giorni l’ormai ex Ministro ha abbracciato la dialettica dell’opposizione, dopo che la sua stessa (e della Lega) mozione di sfiducia al primo governo Conte aveva portato allo scioglimento della squadra di governo e alla fine della sua carriera come Ministro. il suo intervento è arrivato dopo una lunga serie di interventi in aula da parte di senatori di maggioranza ed opposizione.

Scambi di parole al vetriolo

Matteo Salvini è arrivato in aula acclamato dai sui e fischiato dagli oppositori politici, in un contesto di dialogo politico al vetriolo. Prima di lui ha parlato Daniela Santanché, che punta il suo discorso su una presunta fallacia del legame M5S-Pd, per la senatrice pieno di contraddizioni e sempre legato a Matteo Renzi: “Presidente Conte, siete consapevoli che lei fa il ldc e che il ministro di Maio fa il ministro degli esteri per decisione e grazia ricevuta per Matteo Renzi?”. Per FdI al governo ci sono solo “ladri di democrazia”, e “se dovessero arrivare alle urne, gli italiani vi manderebbero a casa”.

Matteo Salvini e “Conte-Monti”

Ora, in aula, le sue parole sono state forti e nette come sempre. Stamattina, davanti ai microfoni, aveva definito il Premier Conte “un nuovo Monti”: “Ho conosciuto per mesi quello che sembrava un Presidente del Consiglio. Poi non so che cosa è cambiato, cosa gli hanno promesso. Da un premier mi aspetto un’idea per l’Italia, non insulti continui. E’ un uomo organico al potere, senza dignità. Abbiamo scoperto un nuovo Monti, un nuovo Gentiloni. Chi si somiglia, si piglia“. E ancora: “Lascio la poltrona, mi tengo la dignità”.

Gli attacchi al nuovo governo

Ora, Matteo Salvini prende la parola rivolgendosi a “Conte-Monti” e si rivolge agli ex compagni di maggioranza commentando aspramente le parole del Presidente del Consiglio: “Quando uno deve leggere un compitino scritto a casa a cui non crede neanche lui”.

Parla poi di prossime elezioni: non a livello nazionale bensì a livello locale, regionale, perché “alcuni italiani avranno la fortuna di votare”.

Torna il refrain sull’inciucio contro la Lega: “Per voi l’importante è fermare la Lega, per noi l’importante è far ripartire l’Italia” dice il leader del Carroccio.

Vecchie e nuove questioni

Matteo Salvini tira fuori dal secchio la questione Bibbiano, altro tema caro agli oppositori del Pd: “Non dovrebbe infastidire nessuno parlare di Bibbiano (…)” e incentra il discorso sulla famiglia: “Se qualcuno pensa di portare in aula lo Stato spacciatore, non vi facciamo uscire a mangiare e a dormire”.

Spunta però anche un nuovo cavallo di battaglia ovvero parlare del curriculum vitae di Giuseppe Conte: “In un Paese libero si è condannati quando si è condannati ma prima si è innocenti e quando ci sono state polemiche sulla sua laurea o sui suoi studi noi non abbiamo mai detto una parola, questa è la diversità di stile”.

Non manca un accenno a Paolo Gentiloni, neo commissario agli affari economici, giudicato una sorta di “inciucio fatto male” con l’Europa, per via del ruolo che avrà nei confronti di Valdis Dombrovskis. Una mano tesa è quella invece nei confronti del nuovo Ministro dell’Interno, al quale Salvini offre la sua completa disponibilità invitandolo però a non eliminare i due decreti sicurezza perché “non fate un torto a Salvini, fate un torto agli italiani”.

La chiusura di Matteo Salvini è tipica dello stile dialettico sfoggiato in questo periodo: “Torneremo a governare questo Paese per amore dell’Italia e non per amore della poltrona”.

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2019 15:53