Ennesima giornata cruciale per il nuovo esecutivo che con la fiducia conquistata il 10 settembre al Senato dopo averla conquistata, il giorno prima, alla Camera. All’indomani di giorni dunque che spalancano le porte al Conte Bis, a far parlare e soprattutto, a far riflettere, è ancora una volta il ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova. In un’intervista a Il Corriere della Sera, la neoministra ha deciso di tornare su quei numerosi e bassi insulti che le sono stati rivolti sin dal giorno in cui è entrata a far parte l’esecutivo: una risposta a modo e di classe alla bassezza dell’odio social.
Teresa Bellanova, intelligenza ed eleganza in risposta agli insulti
“Ignoro gli insulti – ha così tuonato la Bellanova a Il Corriere della Sera – Ma mi valutino da ministro. Il mio predecessore Centinaio, non ha nemmeno voluto passarmi le consegne“, una conclusione sicuramente non mite. A che tipo di insulti si riferisca? Purtroppo, i social, continuano ad esserne ricolmi: c’è chi l’attacca per non aver conseguito un diploma di scuola superiore e la laurea (Oggi con la terza media non puoi fare il bidello ma puoi aspirare a diventare ministro…evviva!!!) chi per il suo aspetto (Sicuramente conosce benissimo i rebbi della forchetta; Ha dimenticato che è il periodo per fare le bottiglie di pomodoro, bah dove va vestita come una melanzana?; È stata una bracciante politica? S’è magnata tutto il campo) chi per la sua preparazione politica (Che cosa può fare una così? Più che vendere dei limoni!!!; Un’altra analfabeta che non saprà manco cosa dice o fa).
“Potevo morire insieme alle mie colleghe a 15 anni”
A tutto questo però lei non risponde o quando lo fa, sorvola senza rancore, sfoggiando solamente intelligenza e rispetto anche di fronte al più brutale insulto. “Io ho 61 anni, sono una donna fortunata perché faccio la ministra dell’Agricoltura. Potevo morire insieme alle mie colleghe a 15 anni in un pullmino dove erano stipate 40 persone invece di 9 – commenta la Bellanova – Al contrario non solo ho avuto la possibilità di avere la mia vita, ma anche un figlio meraviglioso e l’opportunità di fare delle cose che incidono sulla vita degli altri. È evidente che ci sono delle cose che mi sono state negate: il diritto allo studio e il diritto all’infanzia e quindi al gioco“. Sempre la ministra: “Ebbene, io adesso gioco con i colori, li amo perché amo la vita. E quando hai conosciuto la fatica nera tu hai il dovere, prima ancora che il diritto, di amare la vita perché devi rivalutare quello che ad altri non è stato dato“.
Indifferenza antidoto alla cattiveria
Alla giornalista del Corriere che le domanda quanto l’abbiano ferita gli insulti e gli appellativi, risponde di non volersene occupare nonostante l’abbiano toccata. “Non mi lascio ferire e dico con altrettanta sincerità che chi ha avuto la mia vita non può permettersi di stare lì a fare la vittima. Però mi hanno un po’ irritata perché questo Paese dovrebbe discutere di altro“. Rilanciando, la Bellanova spiega di non volersi sottoporre al giudizio della giuria di Miss Italia ma al giudizio degli italiani, non per il suo aspetto ma per il suo lavoro.