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M5S e Pd uniti alle Regionali: Franceschini getta il guanto e Salvini lo raccoglie

Pubblicato: 12/09/2019 13:27

La neo-opposizione continua a insinuare che il nuovo governo giallorosso sia un enorme Titanic che sta cercando in tutti i modi di evitare lo scontro con l’iceberg, il voto dei cittadini italiani, ma più che Titanic il nuovo esecutivo sembra più l’Amerigo Vespucci pronta a salpare. Una nave scuola a bordo della quale imparare, magari, ad essere ancora più uniti di quanto non lo si sia già e in tempi brevissimi. Intervistato da La Repubblica, il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini accenna all’impresa: “Presentarci insieme già alle regionali”.

Immediata la risposta di Matteo Salvini: “Li manderemo a casa, a partire dall’Umbria, fidatevi Amici“.

Pd e M5S, galeotto il nemico comune

Un appello, una speranza ma anche un sicurissimo bunker capace di proteggere dall’avanzata leghista. Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico sperimentano l’alleanza con fierezza e con molta complicità, una forza che se unita, secondo quanto espresso da Franceschini, sarebbe in grado di contrastare e proteggere l’Italia dalla minaccia salviniana.

Un progetto che andrebbe a suggellare questa alleanza potrebbe essere proprio scendere in campo, saldati l’uno all’altro, già alle Regionali: “Se lavoreremo bene, potremo presentarci insieme già alle regionali. È difficile, ma dobbiamo provarci. Per battere questa destra, ne vale la pena“.

Saremmo nel disastro

Una riflessione sul futuro che però entra nel merito del presente: “Saremmo nel disastro – commenta Franceschini, riflettendo su quale sorte sarebbe spettata all’Italia se tra M5S e Pd non fosse nata un’alleanza – Senza questo governo, saremmo in campagna elettorale. Avremmo Salvini al Papeete – chiosa, tagliente – Ma all’ennesima potenza, magari a torso nudo a mietere il grano. Solo odio e paura. Ci troveremmo alla viglia della vittoria della Lega. Da celebrare magari proprio il 28 ottobre“. Non una data citata a caso ripercorrendo a ritroso la storia e tornando al 1922 quando, proprio il 28 ottobre, ebbe luogo la Marco su Roma, simbolo dell’ascesa mussoliniana.

L’unione fa la forza contro la Lega

Nessun beneficio del dubbio, nessuna riserva, Franceschini a La Repubblica contrasta apertamente l’azione leghista e ne demonizza in particolar modo il leader del Carroccio che descrive come: “È il massimo di pericolosità democratica che si può avere nel 2019“, dichiara Franceschini che tuttavia non teme il ritorno del fascismo.

Discorrendo sulle forze al governo, Franceschini rimarca la compattezza del Partito Democratico, messa in discussione ancor prima dell’accordo: “Il Pd è unito come non mai“, pensiero condiviso tra i dem, già precedentemente sottolineato anche da Monica Cirinnà, intervistata da The Social Post, che aveva descritto Zingaretti come sarto che sa cucire dove bisogna cucire, sa rammendare dove bisogna rammendare. Sull’esperienza del Conte-Bis, Franceschini parla di “laboratorio, l’incubatore di un nuovo progetto“.

Franceschini getta il guanto, Salvini lo raccoglie

Indiscutibilmente, le parole ma soprattutto la non troppo celata proposta di Franceschini che ha lanciato un mero appello ai pentastellati ha suscitato numerose reazioni dagli ambienti politici vicini e lontani. Su tutti, il primo a rispondere è stato il diretto interessato dell’attacco, Matteo Salvini. Affatto sconfortato, raccoglie il guanto gettato da Franceschini e assicura di non temere il confronto, nemmeno alle Regionali, nemmeno se M5S e Pd decidessero di scendere in campo insieme: “L’alleanza Pd-M5S per le regionali? – chiosa Salvini, come riportato da AnsaLa facciano. Questi nel nome della poltrona non conoscono vergogna“.

Non solo accetta, ma rilancia: “La facciano anche in Umbria – le più vicine elezioni, previste il 27 ottobre venturo – Li sfido“. Di parere affine a Franceschini è il segretario del Pd, Zingaretti che discorrendo sull’ipotesi di alleanza alle Regionali commenta: “L’idea di Franceschini è corretta – riporta AnsaBisogna rispettare le realtà locali, ma se governiamo su un programma chiaro l’Italia, perché non prova anche nelle Regioni ad aprire un processo per rinnovare e cambiare?”.

Che la sintonia trovava all’esecutivo possa essere il primo passo verso un’alleanza ancor più compatta capace di scendere in campo unita anche in ambiti territoriali diversi?

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2019 14:43