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Muore sul lavoro, operai della ditta concorrente fanno donazione alla famiglia

Pubblicato: 28/09/2019 11:49

Nella tragedia di un uomo morto sul lavoro, c’è spazio anche per la solidarietà degli altri operai. Il loro gesto degno di lode non riporterà indietro l’operaio caduto, ma sarà certo di aiuto e conforto alla sua famiglia. I dipendenti di una ditta concorrente a quella dove lavorava il defunto si sono infatti autotassati. Così, hanno dato vita ad una splendida raccolta fondi indirizzata alla moglie e ai bambini dello sfortunato collega. La loro azione dimostra che, prima di tutto, viene la solidarietà umana. La bella notizia viene da Zola Predosa, nel bolognese.

La raccolta fondi della ditta concorrente

Due ditte concorrenti, che si danno battaglia nel difficile mondo del mercato, ma quando si tratta di essere solidali fra colleghi e fra uomini, non importa più per quale squadra si gioca. Ben 150 operai della ditta Nuova Star nel bolognese hanno perciò deciso di autoimporsi una tassa per offrire un prezioso aiuto. Un loro collega, di una ditta vicina e concorrente, la Cgd di Crespellano, ha tragicamente perso la vita sul lavoro. Gli operai, per dimostrare la loro vicinanza alla moglie e ai bambini del defunto, hanno devoluto alla sua famiglia due ore ciascuno di straordinari. Così facendo, gli operai hanno raccolto 3000 euro, cui poi la direzione aziendale ha aggiunto altri mille. Maria Teresa Cavrini, responsabile amministrativa della Nuova Star, ha espresso al Corriere della Sera la necessità di maggiore attenzione nella sicurezza sul lavoro, rafforzando la richiesta con un gesto di solidarietà.

I sindacati chiedono più sicurezza: basta morti sul lavoro

Il problema delle morti bianche resta infatti grave. Dai dati INAIL, emergono in Emilia-Romagna già 30 decessi nel 2019. In tutta Italia, quasi 600. L’operaio del bolognese perse la vita in un tragico incidente lo scorso luglio, schiacciato da uno stampo che trasportava con un carrello elevatore. La solidarietà fra le due industrie metalmeccaniche, specializzate nella progettazione e produzione di cerniere per elettrodomestici, non è tardata. La direzione concorrente e 150 operai hanno aderito all’iniziativa in soccorso della famiglia del deceduto. Ma i sindacati, scrive il Corriere, sottolineano la necessità di un intervento risolutivo. “Non si può morire lavorando. Ben venga la solidarietà, ma la solidarietà è qualcosa in più. Il numero degli infortuni è diventato insostenibile, la sicurezza nei luoghi di lavoro va garantita e il sindacato ha il dovere di lanciare l’allarme affinché ci si impegni fattivamente per arrestare questo stillicidio continuo”. Parola di Eugenio Martelli della Fiom-Cgil.