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Sparatoria a Trieste, il questore e il gip: “Si è sfiorata la strage”

Pubblicato: 06/10/2019 16:23

Si è sfiorata la strage”, ha dichiarato il questore di Trieste dopo aver preso visione delle immagini della sparatoria. Le vittime sono state 2: Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Ma potevano essere molte di più. Alejandro Augusto Stephan Meran si è impossessato di due pistole e aperto il fuoco sugli agenti di Polizia venerdì pomeriggio. È riuscito a ucciderne 2 e a ferirne un terzo, ma ha sparato all’impazzata mirando a tutti i poliziotti presenti. Dopo aver esaminato le riprese delle telecamere, scrive Il Fatto Quotidiano, il questore Giuseppe Petronzi ha dichiarato: “Fasi estremamente concitate al tempo stesso drammatiche. Poteva essere una strage”.

Le parole del questore

Il questore ha inoltre lodato “la capacità di risposta dell’apparato che è riuscito a rendere inerte e a fermare la persona immediatamente, scongiurando la possibilità che potesse fare danni peggiori”. Secondo il questore Petronzi, infatti, “è un dato di fatto” che si sia andati pericolosamente vicini ad una strage, in quei 5 minuti di terrore e follia. Stephan Meran “aveva delle armi in pugno ed era all’interno della Questura, fortunatamente e tragicamente c’eravamo solo noi poliziotti, quindi fortunatamente non erano esposte altre persone. La potenzialità era tale che il bilancio avrebbe potuto essere più tragico”, ha proseguito il questore. Le sue ultime dichiarazioni, infine, sono tutte di stima e affetto verso le 2 vittime della sparatoria. “Grandi uomini, grandi poliziotti, avevano senso del dovere, dedizione, capacità professionale”.

Il gip: “Poteva essere una mattanza”

Da quanto emerso dalle indagini, Stephan Meran ha puntato l’arma contro altri 8 poliziotti almeno. Il gip Massimo Tommasini ha condiviso le stesse parole del questore Petronzi. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa in queste ore, il giudice scrive, come riporta Repubblica, del pericolo di fuga e di “recidiva specifica” dell’indagato. Stephan Meran, non appena verrà dimesso dall’ospedale dove viene sorvegliato costantemente, andrà dritto in carcere. “L’indagato è gravemente indiziato di reati di assoluta gravità e aveva familiarità con le armi. Poteva avere un esito ancora più tragico. Poteva essere una mattanza, ha concluso il magistrato Tommasini.