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Omicidio Pamela, il corpo è stato smembrato e lavato per eliminare le prove

Pubblicato: 22/11/2019 12:10

La vicenda dell’omicidio di Pamela Mastropietro si arricchisce di nuovi macabri dettagli. La 18enne è stata stuprata, accoltellata e quindi fatta a pezzi da Innocent Oseghale, che per il suo omicidio è stato condannato all’ergastolo. Nelle motivazioni della sentenza, sono raccontati i dettagli del brutale assassinio.

Uccisa e fatta a pezzi

Il caso di Pamela Mastropietro, 18enne scappata da una comunità e successivamente morta per mano di un nigeriano, ha avuto un enorme impatto sull’opinione pubblica. La sua morte è ritenuta tra le cause che spinsero Luca Trani ad aprire il fuoco nella sua “caccia al nero”.
Il corpo della giovane era stato ritrovato smembrato in due trolley, alla periferia di Macerata, nel gennaio 2018.

Condannato il colpevole

Per la sua morte è stato condannato all’ergastolo Innocent Oseghale. Sono ancora in via di giudizio altri due nigeriani, Lucky Awelima e Desmond Lucky. I due sono in prigione per spaccio e detenzione di droghe, ma non avrebbero avuto ruolo diretto nell’omicidio della giovane. La famiglia, inoltre, chiede giustizia anche nei confronti di Andrei Claudio Nitu, l’uomo che avrebbe condotto Pamela alla droga e alla prostituzione.

Le motivazioni dell’accusa

Dopo la condanna all’ergastolo, ora la Corte di Assise di Macerata ha reso note le motivazioni della sentenza di condanna. Nelle carte, riportate da Adnkronos, sono riportati alcuni macabri passaggi dell’omicidio di Pamela Mastropietro.
Nelle stesse, si legge che “dopo aver accoltellato la ragazza ancora in vita, [Oseghale] provvedeva non soltanto al depezzamento e alla dissezione del corpo, ma attendeva all’accurato lavaggio di tutti i resti con la varichina“. L’uomo avrebbe cosparso di ipoclorito di sodio specialmente i genitali e le labbra della giovane, “attività funzionale ad un inquinamento della prova omicidiaria“. Non regge, secondo la Corte, la tesi che l’uomo fosse “infastidito dall’odore proveniente dai resti“.

La causa della morte

Sulle cause della morte, le analisi tossicologiche hanno sconfessato l’ipotesi di un overdose. La ragazza era sotto effetto di eroina, ma in quantità non giustificabili con tale morte. Drogata, ma in via di smaltimento, tanto da reagire alla violenza sessuale di Oseghale. L’uomo le avrebbe quindi inferto “due coltellate mortali, a distanza di alcuni minuti l’una dall’altra“. Quindi ha proceduto a smembrare e lavare il corpo proprio sui punti di taglio, per nascondere la reale causa di morte.
Oseghale ha più volte cambiato versione dei fatti, denotando quello che la Corte di Assise definisce come “inquietanti capacità mimetiche e simulatrici dell’imputato” tali da giustificare la condanna all’ergastolo.