Avere davanti a sé una persona cara e sapere che non è più la stessa. Questo accada a chi soffre della sindrome di Capgras, una malattia psichiatrica che fa credere a chi ne soffre, che la persona amata sia stata sostituita da un sosia o addirittura da robot o alieni.
Capgras ed emotività
Il soggetto colpito dalla sindrome di Capgras si trova davanti ad una persona che conosce perfettamente – un marito, genitore, figlio – che ha le stesse identiche sembianze della persona amata, ma verso il quale non riesce ad attivare sentimenti di affettività ed emotività. Questa dissonanza tra ciò che vede e ciò che prova lo porta a credere che la persona cara sia stata sostituita da un impostore che si è appropriato delle sembianze della persona amata
La sindrome dell’ “impostore”
Un disturbo psichiatrico che inizialmente si credeva colpire solo le donne, poi è stato scoperto interessare anche gli uomini. Viene confusa con disturbi psichiatrici come schizofrenia, a cui è correlata, a causa dei comportamenti paranoidi e talvolta deliranti. Ma si tratta di una condizione psichiatrica più specifica.
Nella sindrome, o sintomo di Capgras, i soggetti coinvolti sono tre: il malato, l’alter (il parente) e l’alius ( il sosia). Il malato inizialmente sposta la sua affettività sull’alius (il sosia) mentre all’alter è risparmiato l’odio. Ma successivamente il malato ha la percezione sensoriale che l’alius (il sosia) abbia preso il posto dell’alter (parente). Questo attiva in lui sentimenti di odio che possono anche sfociare in comportamenti e reazioni violente.
Chi colpisce la sindrome
La sindrome di Capgras non riguarda solo soggetti schizofrenici ma anche chi soffre di disturbi dell’umore e chi presenta quadri psicotici e può essere associata a danni cerebrali o demenza. A questo disturbo, oltre allo studio neuropsicologico, viene data anche un’interessante interpretazione psicoanalitica. Secondo la psicoanalisi, i soggetti affetti dalla sindrome di Capgras potrebbero anche utilizzarla a fini personali del paziente, che potrebbe usufruire di questa patologia per risolvere conflitti tra paziente e la persona oggetto del delirio.