Vai al contenuto

Crisi Usa-Iran: Conte preoccupato fa appello alla moderazione

Pubblicato: 04/01/2020 15:53

La difficile situazione in medio-oriente, scatenata dall’uccisone del generale Soleimani a seguito di un raid americano, ha messo in allerta tutti i leader mondiali. La Cina, ad esempio, sta sollecitando gli Stati Uniti a evitare di abusare la forza militare.

 Il ministero degli esteri britannico ha diramato una comunicazione ai cittadini, nella quale viene espressamente consigliato di limitare a zero i viaggi nella zona interessata dalla crisi. Preoccupazione anche dalla Russia, mentre plaude il premier israeliano Netanyahu. Secco il segretario delle Nazioni Unite Guterres che ha affermato che il mondo non può permettersi una nuova Guerra del Golfo.

Anche dall’Italia arrivano segnali di preoccupazione, espressi nella figura del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte; mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio fa appello alla moderazione. 

La preoccupazione di Conte

Secondo quanto riferiscono fonti interne a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è seriamente preoccupato della situazione di crisi fra Iran e Stati Uniti. La notizia è trapelata proprio nel giorno del funerale del generale Soleimani, durante il quale in molti hanno sfilato gridando slogan di morte contro gli USA. 

Conte fa appello al “Dialogo e al senso di responsabilità” affermando che “In questa prospettiva l’Unione Europea può giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante”. Secondo quanto riferiscono le fonti: “Conte si sta prodigando affinché l’Europa possa esercitare tutto il proprio peso diplomatico per evitare sviluppi imprevedibili e vanificare così tutti gli sforzi per stabilizzare l’area”. Anche il Premier ha dichiarato che c’è massima attenzione verso i militari italiani nella zona.

Di Maio fa appello alla moderazione

Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha espresso la sua opinione in merito alla situazione. Lo ha fatto attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook, nel quale il ministro non solo ha ricordato i soldati all’estero, ma ha anche fatto un importante appello. Di Maio ha specificato l’urgenza di un intervento in Iraq per mano Europea, come un unico fronte. “Ma se vogliamo essere davvero incisivi, l’Unione Europea deve saper parlare con una sola voce. Ed è per questo che ho apprezzato l’invito alla moderazione e alla de-escalation dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell. L’uso della forza non ha mai portato da nessuna parte. Al contrario, ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio”.

La priorità è la lotta allo Stato Islamico, ed è proprio ricordando questo che il ministro degli Esteri ha parlato del contingente italiano: “Ci sono nostri militari che sono stati gravemente feriti o sono morti per combattere Daesh, in ogni sua forma. Uomini e donne in uniforme che rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Il nostro pensiero va al loro operato e alla loro incolumità. Negli ultimi giorni come Italia abbiamo lanciato un forte appello al dialogo e alla responsabilità, invitando a mantenere aperti i canali con tutti gli interlocutori, evitando atti che possano avere gravi conseguenze”. 

Rohani giura vendetta

Il Presidente iraniano Hassan Rohani è stato duro. La morte di Soleimani non passerà inosservata e porterà a gravi conseguenze. “Il sangue del martire Soleimani sarà vendicato il giorno in cui vedremo la mano malvagia dell’America essere tagliata via per sempre dalla regione”.

Gli americani non si rendono conto del grande errore che hanno commesso” ha dichiarato durante una visita alla figlia del generale, promettendole che la morte del padre sarà vendicata nel corso del tempo. “Il crimine commesso dagli americani non sarà dimenticato”. 

Innalzata la bandiera della guerra

Intanto la tensione si fa sempre più palpabile, poche ore dopo l’assassinio del generale Qassem Soleimani, sulla moschea di Jamkaran è stata innalzata la famigerata bandiera rossa dell’Imam Hussein, nipote del Profeta Maoemetto. Secondo la tradizione, l’Imam Hussein è stato decapitato nel 7°secolo durante la battaglia di Kerbala, la sua morte ha contribuito a alla scissione tra sciiti e sunniti e alla vittoria di questi ultimi.

Come spiega su Facebook l’antropologa Tiziana Ciavardini, esporre la bandiera equivale ad annunciare che un’imminente battaglia è alle porte e che del sangue sarà versato. La bandiera simboleggia la forza della battaglia, in questo caso, la bandiera è sinonimo di vendetta per quello che ora è stato definito martire offeso Soleimani. 

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2020 08:14