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Bibbiano, secondo la Cassazione ingiustificati i domiciliari per il Sindaco Carletti

Pubblicato: 15/01/2020 11:24

È giunto il momento di chiusura delle indagini da parte della Procura di Reggio Emilia per il caso Angeli e Demoni

Sono 26 gli avvisi di notifica giunti agli indagati, ai quali vengono contestati 108 illeciti: si va così verso il rinvio a giudizio (e dunque verso il processo) mentre si modifica la posizione del Sindaco Andrea Carletti, che secondo la Corte di Cassazione, non sarebbe dovuto finire ai domiciliari. 

È questa ovviamente una notizia che è stata commentata sia dagli esponenti del Partito Democratico, nonché dell’opposizione che in passato aveva duramente criticato il ruolo del Sindaco Pd nella vicenda.

Per la Corte non ci fu reiterazione di reato

Andrea Carletti è attualmente accusato di falso ed abuso d’ufficio, ma non c’era motivo di emanare provvedimento di obbligo di dimora come è invece stato fatto in passato. La Corte di Cassazione è stata chiara: Carletti non ha messo in atto comportamenti che inducessero a supporre una volontà di reiterare i reati e la Procura non ha “ ravvisato una possibile influenza sulle persone a lui vicine nell’ambito politico-amministrativo”.

Simona Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, ha dichiarato in merito alla decisione della Corte: “La Cassazione rileva che erano infondati gli arresti contro il sindaco di Bibbiano. Questo ci dice due cose: che la gogna a cui è stato sottoposto Carletti e il tentativo di certa politica di strumentalizzare sono stati indegni. E che la giustizia deve fare il suo corso”.

Detto ciò, le accuse a carico di Carletti restano, così come il quadro probatorio ed accusatorio generale. Il prossimo passo è, per gli indagati, la possibile produzione di memorie difensive, destinate alla Procura. Dopodiché, quest’ultima procederà con i rinvii a giudizio.

Come venne a galla il caso

L’inchiesta Angeli e Demoni è stata sicuramente quella che più di qualunque altra ha coinvolto sia l’opinione pubblica che il mondo politico nel 2019.

Ciò che, inizialmente, aveva insospettito gli inquirenti era stato un aumento esponenziale degli affidi nel territorio di Reggio Emilia. Intercettando i colloqui con i minori, avevano poi notato che tutte le conversazioni con i bambini sembravano seguire un copione simile e ciò faceva pensare che tutte le denunce di maltrattamenti potessero nascere basandosi su presunti elementi fittizi.

Un bambino tolto alla famiglia e dato in affido per traumi subiti viene seguito in un percorso di psicoterapia: le sedute di psicoterapia vengono pagate dalla pubblica amministrazione. Premesso ciò. si cominci a pensare che dietro agli affidi ci potesse essere la volontà di qualcuno di speculare sulle visite di psicologi e psicoterapeuti, che si scoprì che venivano pagate ai professionisti ben 135 euro l’ora (più di quanto considerato normale nel lettore).

Da lì, si arrivò a individuare il caso di 7 minori: si era partiti da segnalazioni di poco conto (una frase detta a scuola, un disegno confuso e sospetto, una denuncia di un parente) e da lì si arrivava direttamente a togliere i bambini alle famiglie. Dagli psicologi venivano costruiti ad hoc contesti ed elementi “di prova”: le case venivano descritte come disagianti e fatiscenti (le stesse case, durante le indagini, venivano visitate dai Carabinieri e giudicate assolutamente idonee a dei minori), e i disegni dei bambini venivano puntualmente interpretati come prove di abusi subiti.