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Donna si dà fuoco a Mestre, l’ex amante racconta: “In pena per lei”

Pubblicato: 23/01/2020 10:25

Due giorni fa una donna di 49 anni si è data fuoco davanti al Tribunale dei minori di Mestre. 

Pochi giorni dopo, la sua storia è stata raccontata dal suo ex compagno a Il Gazzettino, che ha descritto una storia di disagi e difficoltà che coinvolge, purtroppo, anche una bimba di 8 anni, che attualmente si trova in comunità protetta.

Una fugace passione e una figlia in comune

A parlare è il padre della bimba della donna. I due avevano avuto una relazione extraconiugale anni prima: dalla loro storia d’amore era nata una bambina, che era stata affidata alla madre. Il padre dichiara di aver sempre contribuito al mantenimento della piccola, che però avrebbe riconosciuto solo nel 2017.

L’uomo, ex dirigente nel trevigiano, descrive la donna come imprevedibile ed instabile: “Negli ultimi due anni l’ho denunciata quattro volte per stalking. Me la sono ritrovata a casa e nell’attività dei miei figli. Si è spogliata di fronte al mio avvocato. Mi ha minacciato di morte. Mi ha tempestato di messaggi e telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte”. Lui, che pur vorrebbe avere la bambina con sé, ora, ha paura delle reazioni della donna: “Se avessi avuto la bambina con me non mi avrebbe mai lasciato in pace”.

La relazione tra i due è stata breve ed ora l’uomo la giudica un errore, ma dichiara anche di non voler evitare i suoi doveri e le sue responsabilità: “È stato un errore stare con lei, ma è accaduto”.

Nel 2017, la violenza “inventata”

La situazione si sarebbe ulteriormente incrinata nel 2017, quando la donna avrebbe portato la piccola (6 anni al tempo) in ospedale a Mestre dicendo che era stata violentata: “Un racconto surreale. Furono informati del fatto i servizi sociali che poi, al termine delle indagini e delle analisi sulla piccola, giunsero alla conclusione che la donna si era inventata tutto. Fu il momento in cui iniziò l’iter che portò il Tribunale dei minori a toglierle l’affidamento, e quando io decisi di riconoscerla”.

L’uomo ha deciso di cominciare l’iter d’adozione, che però potrebbe avere un rallentamento dopo ciò che ha fatto la donna 3 giorni fa. Non manca, comunque, una certa apprensione per le condizioni della donna, che non sono affatto buone: “Anche se i rapporti tra di noi sono ridotti praticamente a zero, non posso che stare in pena per lei. Poi ci sarà tempo per decidere cosa fare”.

(Immagine in alto: Ansa)