“Siamo in contatto continuo con i nostri connazionali, tutti in buone condizioni di salute. Valutiamo ogni possibilità per un trasferimento su base volontaria“. Lo ha spiegato il direttore dell’Unità di Crisi della Farnesina, che in queste ore sta vagliando diverse opzioni di rimpatrio volontario sul tavolo di possibili interventi in supporto degli italiani presenti a Wuhan, città focolaio dell’epidemia da coronavirus (2019-nCoV).
Rimpatrio italiani: al vaglio ponte aereo
La Farnesina sta vagliando l’ipotesi di un ponte aereo per il rimpatrio degli italiani attualmente presenti a Wuhan, epicentro dell’emergenza coronavirus che fa tremare il mondo.
Si tratta di un orizzonte dominante, sebbene di complessa gestione, alla luce di una oggettiva impossibilità di attuare una procedura di rientro via terra (trasferimento che richiederebbe quarantene “più complesse”).
Le condizioni dei connazionali
A una possibile soluzione lavorano anche l’Istituto Spallanzani, il Ministero della Salute e il Centro interforze. Il direttore dell’Unità di Crisi, Stefano Verrecchia, ha riferito di un monitoraggio costante delle condizioni dei connazionali attualmente in Cina, ritenute “buone”.
A Wuhan, bacino nevralgico della diffusione dell’epidemia da 2019-nCoV, ci sarebbero “circa 70 italiani”, e il loro rientro avverrà su base volontaria: “Abbiamo ipotizzato inizialmente un trasferimento via terra – ha detto Verrecchia a Unomattina – ma implica quarantene piuttosto complesse sia in uscita che in entrata. Adesso stiamo valutando un’idea di trasferimento aereo che sarà complesso, perché bisogna pensare sia all’uscita, che è ovviamente dipendente da autorizzazioni da parte delle autorità cinesi, e poi all’arrivo. Dovremo prendere delle misure dopo il rimpatrio. Ci sono studenti, imprenditori e anche famiglie, direi che sono in una buona condizione“.
Il rientro “sarà volontario”
Lo rivela il direttore dell’Unità di Crisi della Farnesina, che spiega come ogni italiano presente a Wuhan “valuterà cosa è meglio. Ci sarà una volontarietà nel rientro, non è una cosa che imponiamo in nessuna maniera. Offriamo una possibilità per poter rientrare in Italia con i nostri mezzi“.
Dalla Commissione europea l’attivazione del piano di assistenza ai cittadini Ue presenti nella regione cinese dell’Hubei, dove è massima l’allerta. Sarebbero circa 250 i francesi pronti a salire sul primo volo di rientro, oltre 100 i cittadini di altri Paesi europei che dovrebbero occupare il secondo. Soltanto chi non presenta sintomi di alcun genere sarà autorizzato a viaggiare.
Americani rimpatriati
Un team di esperti del National Institutes for Health, negli Stati Uniti, starebbe lavorando all’emergenza nell’ottica dell’eventuale sviluppo di un vaccino contro il coronavirus, mentre la Casa Bianca avrebbe pronto un piano di restrizioni sui voli.
Da Wuhan è decollato l’aereo che riporta a casa gli americani, i primi interessati da una procedura di rientro nel proprio Paese su disposizione del governo.
La United Airlines avrebbe inoltre deciso di sospendere i voli da alcune città della Cina, in via preventiva e in riferimento a Pechino, Shanghai e Hong Kong.
Coronavirus: l’attuale scenario
Al 29 gennaio, i numeri del coronavirus continuano a essere allarmanti. Con 5.974 casi confermati, si supera la soglia dell’epidemia da Sars del 2002-2003 (5.327 casi).
Lo riferisce la Commissione sanitaria nazionale cinese (Nhc), secondo cui il contagio avrebbe ormai scavalcato i dati relativi alla Sindrome respiratoria acuta grave. Attualmente i decessi registrati sono 132 ma si stimerebbe un rallentamento nella diffusione dell’infezione (ancora tutto da confermare).
Fondamentale conoscere modalità di trasmissione e sintomi, condizione necessaria a prevenire e arginare lo spettro di un allargamento del bacino di persone potenzialmente esposte.
Predisposto il volo per gli italiani
AGGIORNAMENTO DELLE 14.07: Dalla Farnesina la conferma di un volo di rimpatrio previsto per giovedì 30 gennaio, a disposizione degli italiani bloccati a Wuhan a causa dell’emergenza.
Il volo, si legge nel comunicato diffuso dall’Unità di Crisi, partirà dall’Italia dopo l’acquisizione delle necessarie autorizzazioni di competenza delle autorità cinesi, con destinazione diretta verso la città epicentro dell’epidemia.
A bordo del velivolo sarà presente personale medico specializzato, infermieri e un equipaggiamento sanitario in grado di garantire il trasferimento in condizioni di sicurezza. Una volta in Italia, i passeggeri seguiranno un protocollo sanitario definito dal Ministero della Salute.