Guardo Sanremo da una vita e per prepararmi a queste pagelle ho sentito 33 Festival, 690 canzoni in 165 giorni. È per questo che do i numeri.
Altro giro, altra corsa. Sanremo arriva alla seconda serata e con lui ritornano – puntuali come l’influenza a febbraio (e speriamo che non sia Corona Virus) – le pagelle (qui quelle della prima puntata). Seconda infornata di big per completare il cast, ritorno di Tizianone e nuove prime donne a fianco – o un passo indietro, fate voi – di Amadeus. Ecco tutto quello che ha conquistato la nostra attenzione.
Lo show e il cast
7 ALL’ASSE RAI – MEDIASET CON LA DE FILIPPI: Fiorello in tacchi e parrucca si traveste da Queen Mary che poi lo chiama al telefono. La gag, venduta per improvvisata a sorpresa, è vera come le lacrime di una tronista, ma poco importa: bello vedere come, in nome di momenti televisivi di puro divertissement, i grandi nomi possano permettersi il lusso di superare i confini televisivi. Sorprende il saluto di De Filippi al nuovo direttore di Rai 1, Coletta. A Piersilvio potrebbe servire un gastroprotettore.
3 ALLA GARA INIZIATA DOPO LE 22: ok, tra Fiorello e Amadeus c’è un feeling pazzesco. Ma una gara canora non può iniziare un’ora e mezza dopo l’inizio del Festival. Questa cosa è più incoerente di un discorso di Di Maio, prepotente quanto Salvini e fa più acqua del PD.
8 AI RICCHI E POVERI (2 A TESTA): Gli Abba della Liguria hanno un repertorio che viene già inserito alla nascita nel dna di ogni italiano, ma il playback non si perdona. La reunion dei Ricchi e poveri però funziona, fa bene alla curva di Rai 1 e nella sommatoria del gruppo c’è qualcosa che profuma di sano trash: la brunetta con l’occhio sempre più spiritato, la bionda che rientra dopo il tradimento perdonato, mi aspettavo la busta choc della d’Urso da un momento all’altro.
5 A SABRINA SALERNO E ALLE GIORNALISTE DEL TG1: potenziale inespresso, quasi non pervenute. Se fossimo in un telegiornale sarebbero la notizia dei mercati esteri che nessuno si fila.
I cantanti
5 A PIERO PELÙ: la musica prende al primo ascolto e ti fa alzare dal divano. L’atmosfera e il testo però sono quelli di un cartone animato del pomeriggio di Italia 1. La media fa 5. E adesso ho voglia di latte e biscotti al cioccolato.
4 OPPURE 7 A ELETTRA LAMBORGHINI: sono confuso. Se fossi in una spiaggia di Guadalupa all’ora dell’aperitivo a sorseggiare rum delle Antille amerei il pezzo della Lamborghini. Se pensiamo che per fare posto a lei un cantante che ha questa professione sul documento è rimasto a casa mi indigno. Voce inesistente, palco rosa maculato, 127 coristi e un testo composto da 19 o 20 parole. Ti entra nel sangue e nella testa. La ameremo e poi la odieremo. Ah quanto la odieremo a Luglio, dopo 5 mesi.
9 A LEVANTE: una spanna sopra gli altri. Carismatica e talentuosa. Coniuga l’appeal da fashion influencer con il talento della cantautrice socialmente impegnata. La canzone è un inno con un tiro super radiofonico. Tikibombom rischia di essere l’unica canzone Powerhit di Rtl 102.5 con la parola “Mefisto” nel testo. Complesso, forse troppo, la platea resta tiepida, ma io no. Se non arriva tra i primi 5 apro la polemica più grande di questo Sanremo. Altro che passo indietro…
5 AI PINGUINI TATTICI NUCLEARI: di nuovo la band indie col brano gigione, prima di loro a sconsacrare l’Ariston ci sono già stati quelli dello Stato Sociale. Una canzone che suscita giudizi in diminutivi: carina, bellina, furbina. Manca solo la vecchia che balla.
6 A FRANCESCO GABBANI: se torni sul palco che ti ha fatto vincere devi inevitabilmente avere una bomba per poter fare di meglio. Non è questo il caso, anche se la classifica lo premia. Gabbani prova a smarcarsi dal tormentone, il pezzo è gradevole al primo ascolto, ma siamo assai lontani dai livelli del suo ultimo Ariston.