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Treno deragliato a Lodi, il dolore di familiari e amici delle vittime

Pubblicato: 07/02/2020 11:54

C’è ancora incredulità e senso di smarrimento attorno alla scomparsa dei 2 macchinisti coinvolti nel deragliamento del Frecciarossa Av 9595. Una mattinata di lavoro come tante, finita in tragedia per causa ancora da verificare. È certa però la morte di Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, le uniche 2 vittime di questo tragico incidente. Amici e parenti hanno offerto il loro ricordo.

Morti nel disastro ferroviario di Lodi

Il deragliamento è avvenuto alle 5.30 di ieri mattina: forse un errore umano, forse un problema ad uno scambio. Resta la paura espressa nelle testimonianze dei passeggeri presenti sul treno che andava da Milano a Salerno, ma anche il dolore di chi deve fare i conti con chi non ce l’ha fatta.
Entrambi presenti nella locomotiva di testa, i corpi di Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo sono stati sbalzati decine di metri lontano dalla stessa. Uno schianto fatale, che lascia dietro di sé sconforto e lutto.

Il ricordo della moglie di Cicciù

A occuparsi di raccogliere le testimonianze di chi era vicino alle vittime ci ha pensato la trasmissione Dritto e rovescio di Paolo Del Debbio. Qui, in lacrime, un uomo racconta il dolore per la scomparsa dell’amico macchinista Giuseppe: “Era una brava persona, consigliere come me nel condominio. È un peccato“. Gli fa coro un altro amico, che saputo della tragedia gli ha inviato un messaggio: “Ma non ho avuto risposta, poi ho saputo…”.

Su tutti, spicca ovviamente il ricordo della moglie di Giuseppe Cicciù, appassionato macchinista che pochi mesi fa su Facebook parlava proprio di prevenzione e sicurezza. La moglie, con cui era insieme da 18 anni, ha detto: “Mio marito era un uomo stupendo, un papà perfetto, un bravissimo figlio“. Un ricordo toccante, di chi cerca di superare la tragedia.

Post di Giuseppe Cicciù
Post di Giuseppe Cicciù

Scomparso anche il sindacalista Mario

Assieme a Giuseppe Cicciù, è scomparso anche il collega 59enne Mario Di Cuonzo, originario del casertano. Attivo sindacalista, era ben voluto nel suo ambiente ed è stato tra i pionieri che hanno guidato per la prima volta i Frecciarossa in Italia. A Dritto e Rovescio, il ricordo di un amico: “Era una persona davvero speciale, lasciava un bel ricordo di sé, sempre“.
Mario Di Cuonzo era anche prossimo alla pensione: un dettaglio che acuisce ancora di più il senso tragico della sua morte.