Prosegue il processo d’appello per la morte di Martina Rossi, 20enne morta nel 2011 dopo essere precipitata dal balcone di un albergo di Palma di Maiorca (secondo l’accusa, per sfuggire a uno stupro). La Procura generale di Firenze ha chiesto 3 anni di reclusione per i due imputati, alla sbarra con l’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo. In primo grado erano stati condannati a 6 anni per tentato stupro e per morte in conseguenza di altro delitto (ma quest’ultimo reato è estinto per intervenuta prescrizione).
La rabbia del padre di Martina Rossi
La rabbia del papà di Martina Rossi, morta nel 2011 dopo essere caduta dal balcone di un hotel a Palma di Maiorca, è un sentimento che non trova ristoro negli esiti della giustizia.
Ne ha parlato più volte e ha ribadito la sua posizione ai microfoni di TgCom24, a margine dell’udienza del processo d’appello per la morte della figlia: “Il fatto che sia già andato prescritto metà processo per me è un’ingiustizia profonda“.
Il riferimento del padre della 20enne è all‘intervenuta prescrizione che ha estinto uno dei due reati (morte in conseguenza di altro delitto) per cui Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, due ragazzi aretini attualmente imputati di tentata violenza sessuale di gruppo, erano stati condannati a 6 anni di carcere nel primo grado di giudizio.
In appello è rimasta in piedi solo l’accusa residua di tentata violenza sessuale, ma lo spettro della prescrizione non è poi così lontano perché questa interverrà nell’agosto 2021. La famiglia teme che anche il secondo capo di imputazione venga annullato.
Il pg chiede 3 anni di carcere
Secondo l’accusa, Martina Rossi sarebbe morta nel tentativo di scampare allo stupro, precipitando dal balcone di una camera d’albergo a Palma di Maiorca. Era il 3 agosto 2011, l’alba di un caso che continua a far discutere, dentro e fuori dalle aule di tribunale.
Durante la seconda udienza d’appello, come riporta Ansa, il pg ha chiesto una condanna a 3 anni di carcere per i due imputati, che in primo grado furono condannati a 6 anni (comprendendo il reato più grave – ora estinto – di morte in conseguenza di altro reato). Il 17 febbraio la prossima udienza e per la famiglia è corsa contro il tempo per avere giustizia.
“Martina era una ragazza felice, contenta, era in vacanza. Poi stranamente cade dalla finestra. La cosa più grave di tutte è che l’hanno lasciata morire – ha dichiarato il padre della 20enne – dopo che è caduta nessuno è andato giù a vedere“.