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Kasia Smutniak sulla vitiligine: “Per guarire mi sono rivolta a dei santoni”

Pubblicato: 20/02/2020 17:41

Kasia Smutniak ha recentemente raccontato un problema che la affligge e che aveva cercato di combattere: la vitiligine, malattia della pelle che l’ha colpita da 7 anni e che ora mostra per la prima volta.

Kasia Smutniak, la difficile accettazione della malattia

L’attrice Kasia Smutniak ha posato per Vanity Fair per parlare della vitiligine, la malattia della pelle di cui soffre da anni. La donna presenta, infatti, delle macchie della pelle sulle mani. La Smutniak ha impiegato molto per poter accettare questa sua condizione, rivolgendosi anche alla sfera mistica e ha voluto raccontare la sua battaglia.

“Mi sono ammalata di vitiligine 7 anni fa, all’inizio non l’ho presa per niente bene. Mi creava tantissima insicurezza, mi truccavo le mani anche solo per portare mio figlio all’asilo. Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni” sono state le parole dell’attrice. A quanto pare, la Smutniak le ha provate proprio tutte, imbattendosi in personaggi particolari: “Quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa, mi sono detta: adesso basta”.

C’è stato un santone che le ha dato una interessante interpretazione delle vitiligine: “Mi ha detto: sei un serpente, stai cambiando la pelle”. Questo, l’ha portata a riflettere.

Kasia Smutniak, il ruolo di moglie

Kasia Smutniak a 40 anni ha fatto molta strada e dice: “Non sono più una ragazza ed è giusto rivendicare il cambiamento. Qualche giornale rispetta la mia scelta, altri mi rispondono: allora abbiamo un problema. Mi chiedo se il problema sia mio che sono un mostro oppure loro, che non vogliono pubblicare un po’ di verità”. Oggi, Kasia è un’attrice affermata e anche felice sentimentalmente. È sposata col produttore Domenico Procacci dal 2019, che l’ha aiutata a superare il dolore per la morte di Pietro Taricone. Riguardo al matrimonio, l’attrice confessa: “Mi piace la parola ‘moglie’. È un po’ come dottoressa, professoressa. Quando la sento, e parlano di me, divento contenta, dentro.”