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Delitto di Arce: il pm chiede il rinvio a giudizio per i 5 indagati

Pubblicato: 27/02/2020 21:30

Il caso del Delitto di Arce, noto anche come omicidio di Serena Mollicone, aggiunge un nuovo atto a quelli della sua intricata vicenda. Oggi la pm di Cassino Beatrice Siravo ha richiesto il rinvio a giudizio per i 5 imputati.

Delitto Arce: la richiesta della pm

La requisitoria è durata diverse ore. Tenutasi nel Tribunale di Cassino, di fronte al gap Domenico Di Croce, la dottoressa Siravo ha ripercorso tutta la vicenda del delitto di Arce, concentrandosi soprattutto sull’indagine.

La pm ha anche parlato della questione legata alle dichiarazioni di Santino Tuzi, brigadiere morto suicida anni dopo la morte di Serena Mollicone. Tuzi aveva parlato della presenza della Mollicone in caserma pochi giorni prima di morire.

In aula tutti presenti

In aula presenti tutti e cinque gli imputati; Franco e Marco Mottola, la moglie Annamaria e Vincenzo Quatrale, su di loro pende l’accusa di concorso in omicidio. Oltre loro c’era Antonio Mollicone, zio della vittima nelle veci del fratello Guglielmo, ancora ricoverato dopo il malore.

Il gup ha rigettato le eccezioni presentate dalla difesa degli imputati, soprattutto quella riguardante l’accusa di omicidio volontario rivolta ai Mottola. Prossima udienza prevista il 20 marzo.

L’intecettazione shock

Nel corso dell’udienza è emersa anche una nuova prova fino ad ora mai resa nota. Si tratta di un’intercettazione risalente al 27 ottobre 2017, che ha per protagonisti due dipendenti dell’azienda del fratello della signora Mottola. I due uomini, si legge su un comunicato pubblicato sulla pagina a memoria dell’ex brigadiere, hanno parlato di impronte e scatoloni: “…Quello lavorava là! Se l’hanno prese sulla macchina.. io comunque le ho portate le macchine! I cartoni li abbiamo maneggiati! Io lo scotch non me lo ricordo, però se io c’ero, comunque l’abbiamo toccato! Quello stava insieme a noi”.

L’intercettazione è stata fata trapelare dal legale della famiglia Tuzi, Elisa Castellucci che a sua volta a elencano diversi capi d’imputazione contro i 5 accusati.

La questione di Santino Tuzi

L’ex brigadiere Santino Tuzi, morto suicida l’11 aprile 2008, è stato l’unico a testimoniare di aver visto Serena Mollicone entrare in Caserma in quel 1 giugno 2001 e non uscire. Nel corso delle indagini, la figura del brigadiere era stata accostata a quella della morte della Mollicone, ma le indagini ne hanno dimostrato la totale estraneità. Sul corpo della giovane non sono state trovate né le impronte né altri elementi biologici ricollegabili a Tuzi.

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Ultimo Aggiornamento: 27/02/2020 21:33