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Omicidio Mastropietro, un cavillo tecnico mette a rischio la condanna di Oseghale

Pubblicato: 02/03/2020 11:15

Potrebbe essere un cavillo di natura burocratica a stravolgere le carte in tavola in un iter processuale che si dava per definito, concluso (almeno in primo grado). Si parla dell’omicidio di Pamela Mastropietro, per il quale è stato condannato all’ergastolo Innocent Oseghale.

A quanto pare, all’epoca degli esami legali tossicologici e autoptici ci fu un errore nella procedura di notifica da parte della procura. Gli esami, che furono poi effettuati dai professori Mariano Cingolani e Rino Froldi, furono notificati al legale di Oseghale, mentre la prassi vuole che la notifica sia fatta anche al detenuto.

Tale errore tecnico si potrebbe rivelare fatale in quanto rischia di avere forti ripercussioni sul processo avvenuto e sulla condanna.

Il delitto che sconvolse l’Italia

Pamela morì e fu smembrata il 29 gennaio 2018. Il suo corpo, a pezzi, fu ritrovato diviso in due trolley trovati abbandonati: mancavano purtroppo all’appello alcune parti del corpo, come il cuore. Le analisi confermarono che la ragazza, al contrario di quanto detto da Oseghale, non è morta di overdose ma per alcune coltellate infertegli al tronco, tra le quali una, al fegato, si è rivelata fatale. Alcune ipotesi propendono per credere che Pamela sia stava fatta a pezzi già quando era ancora viva.