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Coronavirus, in Lombardia 9 su 10 muoiono fuori dalla terapia intensiva

Pubblicato: 20/03/2020 12:50

I numeri dell’emergenza coronavirus in Lombardia sono terrificanti, tanto quanto le foto che li accompagnano. Mentre il numero dei morti in Italia supera quelli in Cina, si analizza nel dettaglio quanto la sanità lombarda sia al collasso. Dati da crisi umanitaria, che tuttavia non sarebbe ancora arrivata al suo picco, come ribatte Burioni dai social.

9 morti 10 non arrivano alla terapia intensiva

Il dato viene riportato sulla prima pagina del Fatto Quotidiano di oggi. Il giornale al suo interno riporta infatti i drammatici numeri della sanità in Lombardia e specialmente a Bergamo, la provincia più colpita seguita a stretto giro da Brescia. In Lombardia ieri i morti sono saliti a 2.168 dei 3.405 totali in Italia. Il dato shock, tuttavia, è quanti di questi decessi siano stati registrati nelle terapie intensive, fondamentalmente al collasso.

Il Fatto Quotidiano riporta che i morti da coronavirus nelle terapie intensive sarebbero 260 su 2.168. Si tratta di un misero 13%, e questo ovviamente significa che l‘87% delle morti non avviene in terapia intensiva.

Ore d’attesa per l’ambulanza

Per capire le ragioni di questi tremendi numeri, viene riportato anche un test effettuato. Per una chiamata all’ambulanza i tempi di attesa potrebbero arrivare a 7 ore. Non è questione di malasanità, ma di disponibilità, risorse di un sistema al collasso e che sta spingendo il Governo a prendere provvedimenti ancora più drastici.

Le immagini dei camion dell’esercito che trasportano le bare a Bergamo ha fatto il giro del Paese e del mondo. I forni crematori non riescono a star dietro al lavoro: quelli di Brescia, riporta il Fatto, hanno disposto la cremazione solo dei defunti residenti in città.

Tweet di Salvini sull'esercito che trasporta bare
Tweet di Matteo Salvini

Raggiunti 200.000 casi nel mondo

Bergamo e Brescia al momento sono nell’occhio del ciclone. Una tempesta pandemica che però abbraccia tutto il mondo. Dai dati forniti dall’Oms nell’ultimo bollettino emerge che si sono raggiunti i 200.000 contagi da Covid-19 in tutto il mondo. 8.778 i morti: fa specie pensare che 3.405 siano nostri. L’altro dato che fa capire come l’escalation sia drammatica è che per raggiungere i 100.000 casi ci sono voluti 3 mesi, mentre per arrivare a 200.000 contagi solo 12 giorni. Una curva che è imperativo dover frenare.

Burioni: “Lo tsunami sta per arrivare”

In questo clima, destano ancora più allarme le parole di esperti come Roberto Burioni, che sin dall’inizio della allora epidemia aveva invocato misure molto drastiche. Un utente su twitter ha commentato che sarebbe impossibile utilizzare la stessa strategia in tutta, perché “capisco il disastro in lombardia ma non possiamo stare in riva al mare aspettando lo tsunami altrove“.

La risposta di Burioni però è stata lapidaria: “Guardi bene, lo tsunami sta per arrivare quindi stia ben tappato in casa, perché non sono certo che le rianimazioni nel resto dell’Italia siano quelle della Lombardia“.

Post di Roberto Burioni su Twitter
Post di Roberto Burioni su Twitter