La lente puntata sul mondo in questi giorni ci mostra una varietà di gestione per l’emergenza Coronavirus, che cambia di Stato in Stato. La Svezia, per esempio, ha deciso di tenere fuori dalla terapia intensiva gli ultraottantenni.
Una scelta commentata di recente anche dal noto infettivologo italiano Roberto Burioni, che con un tweet ha voluto dire la sua a riguardo. Ma il servizio sanitario inglese fa una precisazione: si tratta di una misura straordinaria pronta ad entrare in vigore solo in caso di sovraffollamento di reparto.
La valutazione dell’età biologica
Il provvedimento è stato riportato da alcuni giornali locali sulla base di quanto si legge su un documento interno della sanità scandinava, redatto dall’ospedale universitario di Karolinska. In base a questo documento viene chiesto ai medici di tener conto dell’eta biologica e non cronologica dei pazienti.
In Svezia quindi si dà la priorità a coloro che hanno maggiori possibilità di guarire dal Coronavirus. Ciò esclude, dunque, tutti quelli che superano gli 80 anni. Ma rientrano in questa categoria anche coloro che hanno più di 60 anni e patologie che compromettono più di un apparato. Si tratta, tuttavia, di un provvedimento pronto ad entrare in vigore solo nel caso che la terapia intensiva sia satura. “Il numero di pazienti che necessitano di terapia intensiva è aumentato, ma anche il numero di posti. Oggi abbiamo ancora posti liberi” spiega la sanità svedese.
Il commento di Burioni
Su questa decisione della Svezia si è espresso anche Roberto Burioni, che dai toni utilizzati su Twitter lascia intendere di non essere molto d’accordo con il provvedimento
“Nella civilissima e democraticissima Svezia, dove tutti pagano le tasse, chi ha più di 80 anni rimane fuori dalla terapia intensiva e muore” si legge sul profilo Twitter di Burioni. “Lo stesso chi ne ha più di 60 e ha problemi in due apparati, il che non è rarissimo. L’erba del vicino non è sempre più verde“.
Nella civilissima e democraticissima Svezia, dove tutti pagano le tasse, chi ha più di 80 anni rimane fuori dalla terapia intensiva e muore. Lo stesso chi ne ha più di 60 e ha problemi in due apparati, il che non è rarissimo. L'erba del vicino non è sempre più verde. https://t.co/IVODhEU0FQ
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) April 10, 2020