Per tornare alla vita di tutti i giorni, il più verosimile possibile al “prima Coronavirus”, sarà necessario scaricare un’app sul proprio smartphone. Verrà tracciata la prossimità fra le persone e, in caso di vicinanza a un individuo risultato positivo, l’utente riceverà un’allerta. Queste sono solo alcune delle funzioni previste dall’app, il cui scopo è quello di contenere l’emergenza da Covid-19.
A che cosa serve il contact tracing
Dopo la proroga delle misure restrittive al 3 maggio, il Governo ha iniziato a pensare alla fase 2, ma per renderla attuabile servono degli strumenti tecnologici in grado di contenere la diffusione del virus e tra questi vi è un’app. Come riportato da numerose fonti, il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano ha spiegato in audizione alla Camera in che cosa consiste l’app. Attraverso il contact tracing l’app consente di ricostruire i contatti tra le persone, una sorta di mappa dei contatti che ha origine grazie alla trasmissione dati in forma anonima tramite bluetooth e wi-fi.
Il contact tracing sarà una funzione attiva negli smartphone che avranno installata l’app, la scelta dell’installazione spetta al singolo cittadino. Entrerà dunque in gioco la variabile della volontarietà di partecipazione; più la collettività sarà attiva sull’app, più l’app sarà in grado di tracciare i contatti fra le persone. Al momento l’app non ha ancora un nome; se ne conoscono però scopi e funzioni ideati da 74 esperti in materia di innovazione e tecnologia. Il progetto è alla base della Solidarietà Digitale l’iniziativa volta a ridurre l’impatto sociale del Coronavirus tramite la tecnologia.
Come funziona l’app: privacy e tempistiche
Chi deciderà di scaricarla sul proprio telefono, dovrà fornire 3 informazioni: i dispositivi con i quali si è stati a contatto, la distanza e il tempo. Qualora si dovesse presentare nelle vicinanze un caso di positività al Covid-19, un operatore medico, previa autorizzazione del cittadino, invierà un messaggio di allerta agli utenti che sono stati a contatto con persone risultate positive al virus. Il tutto nell’anonimato di utenti e operatori.
La questione della privacy è stata chiarita: i dati, ricevuti in forma anonima, verranno trasmessi al CCR (Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea), dove le informazioni verranno elaborate. Entro il 15 aprile, gli Stati membri dell’Unione Europea stabiliranno come procedere in accordo con il Comitato europeo per la protezione dati, ma bisognerà attendere fino al 31 maggio per omologare l’app a livello europeo.