Un serpentone di autocarri dell’esercito in uscita dal cimitero di Bergamo, adibite al trasporto delle salme di chi ha perso la battaglia contro il Coronavirus. Questa è una delle tante immagini che l’Italia, e il mondo intero, non dimenticheranno mai di questa tragedia che è la pandemia da Covid-19.
Ora però, sembra che la città di Bergamo sia finalmente riuscita a superare la sua ora più buia. Non ci sono più salme da trasportare e, quella chiesa che era diventata emblema della tragedia ora è vuota, riempita soltanto da un silenzio assordante.
L’annuncio del sindaco Gori
Tutte le salme sono state portate via da Bergamo, ad annunciarlo con una foto che parla da sola, il sindaco Giorgio Gori. “La chiesa del cimitero di Bergamo. Finalmente vuota”, queste le poche parole scritte dal primo cittadino.

Un’immagine, quella della Chiesa del cimitero, destinata a diventare tragicamente iconica e rappresentativa di un dramma che ha mietuto vite umane. La strage dei nonni, il massacro della memoria storica… sono tante le espressioni destinate a ricordare quanto accaduto. Bergamo è a lutto, ma ora può tirare un sospiro che non di sollievo, di rammarico, si e si può dire liberatorio, come accade dopo un lungo e silenzioso pianto. Lacrime, dolore, morte… generate da quel crudele tiranno che ha tenuto spietatamente stretta in un pugno la città di Bergamo
Quel chiodo fisso della chiesa piena di bare
Al sindaco fa eco anche l’assessore Giacomo Angeloni, anche lui ha voluto esprimere parole sentite per aver portato a termine l’operazione. “La chiesa del cimitero è stata per più di 40 giorni un chiodo fisso: ospitava le bare in attesa di sepoltura o cremazione” scrive su Facebook, “Nei giorni peggiori erano 140. Abbiamo deciso di non pubblicare le immagini soprattutto per rispettare il dolore dei tanti familiari che non potevano salutare i loro cari”.
“Oggi è vuota. Segno visibile del calo dei decessi in città e provincia.
Questa chiesa vuota è il più grande segno di speranza”, il post dell’assessore Angeloni si conclude con un appello a continuare su questa difficile strada per far sì che non si assista più a scene come quelle viste, e vissute, nell’ultimo mese e mezzo: “Non abbassate la guardia! Serve ancora maturità. Restiamo a casa!”