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Omicidio Melania Rea, permessi premio all’assassino Salvatore Parolisi per andare all’università

Pubblicato: 13/06/2020 13:46

Nelle scorse settimane si vociferava la possibilità per Salvatore Parolisi, 41 anni, di poter uscire dal carcere per frequentare le lezioni all’università. Ora è arrivata l’ufficialità, confermata dallo stesso Parolisi, che sconta una condanna a 20 anni per il brutale omicidio della moglie 28enne, Melania Rea, nel 2011. Da settembre potrà usufruire dei permessi premio previsti dalla legge.

Melania Rea uccisa con 35 coltellate

Il 18 aprile 2011, Salvatore Parolisi poneva brutalmente fine alla vita della neosposa Melania Rea. Due giorni dopo, gli investigatori trovarono il suo cadavere nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), sfigurato dalle 35 coltellate inferte dal marito. La coppia, assieme alla figlia Vittoria di soli 18 mesi, era in gita. I sospetti ricaddero immediatamente sul compagno, l’ex caporalmaggiore campano Salvatore Parolisi, che venne arrestato a luglio. Dalle indagini, si scoprì una relazione clandestina tra Parolisi ed un’allieva 26enne che il militare addestrava in caserma. Parolisi finì dietro le sbarre già nel 2011, in attesa della sentenza definitiva. Si dichiarò innocente e chiese il rito abbreviato. In primo grado ottenne l’ergastolo. La Corte d’assise d’appello dell’Aquila ridusse la pena a 30 anni, per i reati di omicidio e vilipendio di cadavere. La Cassazione, nel febbraio del 2015, confermò la condanna.

Salvatore Parolisi: dall’ergastolo pena ridotta a 20 anni

Il movente dell’omicidio fu l’adulterio dell’ex militare e le conseguenti liti coniugali. La vittima, Melania Rea, aveva infatti scoperto il tradimento. Accecato dall’ira, Parolisi concluse una delle tante discussioni nel modo peggiore. La Corte, tuttavia, escluse l’aggravante della crudeltà ed affidò ai giudici d’appello di Perugia le questioni tecniche per ridefinire la pena. I giudici perugini così ridussero a 20 anni la pena nel maggio 2015. La sentenza divenne definitiva l’anno successivo, dopo che la Cassazione respinse il ricorso della difesa per ottenere le attenuanti generiche. Il militare, come previsto dalla sentenza, fu degradato dall’Esercito e perse anche la potestà genitoriale. La figlia Vittoria, che oggi ha 11 anni, fu affidata ai nonni materni. Nello stesso anno, lo trasferirono dal penitenziario militare di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a quello lombardo di Bollate.

Permessi premio previsti per legge. Il fratello di Melania: “Vuoto di giustizia”

In carcere, Parolisi ha conseguito prima il diploma di perito agrario, mentre ora studia giurisprudenza. Da settembre, potrà richiedere permessi premio per uscire dal carcere per seguire le lezioni universitarie. Lo stesso Parolisi ha confermato nei giorni scorsi di aver fatto domanda. I permessi premio possono variare da un’ora a 15 giorni, per un totale di 45 giorni. Parolisi al momento non è ritenuto socialmente pericoloso ed avendo trascorso oltre 9 anni in prigione (metà della condanna, se si considerano gli sconti di pena previsti dalla legge) ha il diritto di richiedere i permessi premio. Il fratello della vittima, Michele Rea, aveva però commentato nelle scorse settimane: “Da quando abbiamo saputo che potrebbe uscire dal carcere anche solo per qualche ora non facciamo altro che pensare a questo. La giustizia ha dei vuoti che andrebbero colmati”.

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Ultimo Aggiornamento: 13/06/2020 16:01

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