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Caso Orlandi, l’appello del fratello di Emanuela: “Ratzinger non si porti i segreti nella tomba”

Pubblicato: 27/06/2020 17:46

Due giorni fa la famiglia di Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983, ha presentato una nuova istanza al giudice unico dello Stato della Città del Vaticano. L’intenzione è quella di opporsi all’archiviazione del procedimento sul caso dei resti ritrovati nel cimitero Teutonico. L’avvocato Laura Sgrò ha richiesto che venga ascoltato il fratello della giovane svanita nel nulla 37 anni fa. Pietro Orlandi, pochi giorni fa ha lanciato un appello a Ratzinger: “Non si porti segreti nella tomba come Wojtyla”. La legale Sgrò ha chiesto inoltre l’acquisizione della documentazione integrale dell’attività svolta dall’ufficio del Promotore, compresi i video dell’attività peritale.

Richiesti i video dell’ispezione

Non finisce qui. La famiglia della giovane scomparsa intende inoltre procedere affinché si facciano degli accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi presso la Gendarmeria. L’istanza presentata il 25 giugno 2020, riferendosi alla difesa, “contesta integralmente” i motivi della richiesta di archiviazione da parte dell’Ufficio del Promotore di Giustizia. L’avvocato Sgrò ha motivato così la richiesta: “Dopo l’apertura del vano sottostante la tomba della Principessa Sophie von Holenhole, indicata alla difesa come luogo che custodiva i resti di Emanuela Orlandi, è apparso chiaro a tutti che la via più accessibile al vano non era affatto quella praticata dagli operai ma che sarebbe bastato spostare la lastra di marmo posizionata accanto alla tomba per averne immediato accesso”. Perciò la difesa vuole una copia delle videoregistrazioni delle attività peritali, un documento fondamentale per valutare in che modo si ha avuto accesso al vano.

L’appello del fratello di Emanuela Orlandi a Ratzinger

Infine, l’avvocato Laura Sgrò e i suoi assistiti rifiutano anche su base scientifica la richiesta di archiviazione. “Non è possibile, per l’antropologia forense, escludere ‘nella maniera più categorica’ una datazione basandosi solo su una analisi ottica dei reperti”. L’ultima richiesta riguarda Pietro Orlandi, fratello della scomparsa. Pochi giorni fa, tramite l’Ansa, Pietro Orlandi aveva anche lanciato un appello al precedente pontefice. “Il mio appello a fare giustizia e a darci verità lo rivolgo non a Francesco, Papa che so essere chiuso nei confronti della vicenda di Emanuela, ma a Ratzinger, che ancora indossa la veste bianca, è ancora Papa Benedetto ed era vicinissimo a Giovanni Paolo II. Ora che a 93 anni si avvicina al Padre, se sa qualcosa, abbia un rigurgito di coscienza e lo dica. Non si porti segreti nella tomba come Wojtyla”.