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Alex Zanardi, il figlio Niccolò: “Gli parliamo, diamo stimoli affettivi”

Pubblicato: 22/07/2020 16:55

Quando Alex Zanardi, alla guida della sua handbike, si è scontrato frontalmente contro un camion uscendone in condizioni disperate, moltissimi hanno pensato che il destino fosse arrivato per saldare i conti con il campione immortale di Castel Maggiore.

Oggi, a poco più di un mese di distanza, il figlio Niccolò parla delle condizioni del padre, e di un recupero lento ma che fa sperare che anche questa volta il pilota possa uscire dall’incubo.

La riabilitazione di Alex Zanardi: lenta ma positiva

Al momento Alex Zanardi è stato trasferito a Villa Beretta, centro di riabilitazione che si sta occupando del suo lento ingresso in una fase di coscienza. Al suo fianco, tutti i giorni, ci sono il figlio Niccolò e la moglie Daniela. Niccolò, 20 anni, ha spiegato a Il Corriere della Sera che ha grande fiducia nelle capacità di recupero del padre, che già una volta, nel 2001, ha dimostrato: “Non è più in pericolo di vita, ed è già molto, ma ha davanti a sé un percorso ancora lunghissimo, e lo sappiamo, siamo preparati. Siamo anche contenti perché il suo recupero è stato molto più veloce di quanto ci aspettassimo. Ma non bisognerebbe sorprendersi: questo è papà. È incredibile l’energia di quell’uomo, ha una forza straordinaria”.

Moglie e figlio gli parlano

Per ora, moglie e figlio interagiscono con lui cercando di dare stimoli affettivi all’atleta: “Gli parliamo, certo. Ora che non è più sedato si può. Prima era proprio controindicato. I medici ci spiegavano che stimoli esterni avrebbero interferito con la sedazione. Adesso invece ci dividiamo i compiti: noi diamo gli stimoli affettivi, i medici quelli neurologici”.

Il giovane ha spiegato di essersi trovato di fronte alla necessità di diventare adulto in poco tempo (“questa volta tocca a me essere l’adulto di casa”) e di dover essere un sostegno per la madre Daniela, che sta vivendo un incubo per la seconda volta: È molto stanca, provata. Però è un po’ più tranquilla. Eppoi ci sono io con lei. Ho 21 anni. Quando accadde il primo incidente, a Berlino, non potevo fare nulla per aiutarla, ero molto piccolo”.

L’Italia al fianco di Alex Zanardi

La famiglia Zanardi, oltretutto, sa che c’è un intero Paese a fare il tifo per loro: C’è tantissimo affetto attorno a noi e attorno a lui. In questo periodo mi è capitato di riflettere su quanto siamo fortunati per questo. Ma non oso pensare a chi si trova magari in una situazione altrettanto dura e difficile, ma deve affrontarla da solo”.