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Omicidio Willy, Chiara Ferragni commenta: “Cultura fascista”

Pubblicato: 11/09/2020 10:41

Il dramma dell’uccisione di Willy Monteiro a Colleferro ha scosso gli animi di un interno Paese, e della sua morte hanno parlato, soprattutto sui social, moltissimi vip.

Tra questi c’è anche Chiara Ferragni, che spesso si è prodigata a condividere denunce di episodi razzisti o di violenza. Era successo ad esempio nel caso di George Floyd, il giovane afroamericano ucciso da alcuni poliziotti lo scorso 25 maggio.

Chiara Ferragni, post sul caso Willy

In questa occasione Chiara Ferragni ha condiviso nelle sue stories un post di Spaghetti Politics, pagina Instagram a tema politico, che voleva condannare coloro che, nel caso Willy, si sono scagliati contro le arti marziali e non contro coloro che le hanno messe in pratica illecitamente, definendoli figli di una “cultura fascista”. Nello specifico il post iniziava dicendo: “Due giorni da è stato ucciso Willy Monteiro, italiano 21enne dalla pelle nera, da un gruppo di fasci che l’hanno ammazzato a calci”.

Il post di Spaghetti Politics

Andando poi nel fulcro della questione, spiegava: “I giornali (…) però non mettono il loro focus sul fascismo e sulla cultura predominante nella vita di queste persone. Addirittura c’è chi si propone di “eliminare queste arti marziali” per risolvere il problema. No Amo, il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista e sempre resistente in questo Paese di m*rda, non cancellando il mezzo tramite il cui i fasci hanno fatto violenza”.

La replica dei media: Bianchi erano fan di Fedez

In seguito a questa presa di posizione (condivisa dal marito Fedez), parte dei media si sono sollevati contro Chiara Ferragni, facendole notare che i fratelli Bianchi non esibivano con orgoglio una cultura fascista sui loro profili social. Non c’erano inni al Duce, o tatuaggi ispirati alla cultura fascista sui loro corpi. Anzi, replicano alcuni, i Bianchi erano fan di Fedez, quindi quello era il loro riferimento culturale.

Fedez replica alle accuse a Chiara Ferragni

A replicare sul tema, stavolta, è stato il marito Fedez, diventato improvvisamente il centro del discorso. Nelle storie di Instagram Fedez riporta proprio uno di questi articoli, con il suo commento: “Vorrei riuscire a commentare una cosa del genere, invece rimango senza parole e forse è meglio così. Mi sento solo di chiedere scusa alla famiglia di Willy perché questo circo non se lo meritavano”. In una storia successiva, spiega: “E purtroppo non è l’unico articolo. Tutto questo perché io e mia moglie saremmo colpevoli di aver espresso il nostro pensiero in maniera civile. Ma che senso ha? Davanti a tutto questo alzo le mani e mi dispiaccio. Perché questo non è dibattito, questa è merda”.

Fedez commenta Francesco Di Giuseppe

Fedez aggiunge poi, su Twitter, un commento ad un post del dirigente nazionale di Fratelli D’Italia, Francesco Di Giuseppe, che aveva scritto: “La Ferragni si scaglia contro la sub-cultura post-fascista che sta sfornando narcisisti palestra coi capelli ossigenati e con un basso livello d’istruzione! Quello in foto è il marito”. Ovviamente, “in foto” appare Fedez a petto nudo.

L’imprenditore musicale ha replicato con forza al post: “Fa strano vedere il dirigente nazionale di fratelli d’Italia scagliarsi per una semplice condanna verso il pensiero fascista. Eppure nessuno ha mai fatto riferimento ad appartenenze politiche. Condannare il fascismo non è di sinistra è solo di buon senso“.

Willy: Gabriele e Marco Bianchi sono fascisti?

Sulle appartenenze politiche di Gabriele e Marco Bianchi, poco si sa. Non si sa, dunque, se effettivamente avessero espresso pubblicamente delle preferenze per la politica fascista, ma si sa che non avevano remore a fare commenti razzisti sui social e dal vivo, così come altri appartenenti del loro nucleo famigliare. Ciò che si sa è che, da quello che si vede dei loro commenti sui social, abbracciavano sicuramente una cultura della violenza, dell’odio per lo straniero e una tendenza palesemente razzista, valori che sono effettivamente propri (anche) della cultura fascista.

Un commento a un post pubblicato da Gabriele Bianchi