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Roberto Giacobbo: “Ero arrivato all’ultimo stadio”. Silvia Toffanin scioccata

Pubblicato: 03/10/2020 17:56

Un racconto straziante quello che Roberto Giacobbo offre a Verissimo, ospite di Silvia Toffanin. Il giornalista ha rivelato alla padrona di casa di aver avuto il Coronavirus lo scorso marzo, lasciando tutti di stucco. Nessuno sapeva delle sue reali condizioni di salute, sino a questa intervista in cui rivela: “Ero arrivato all’ultimo stadio

Roberto Giacobbo: lo scorso marzo il contagio da Covid

Tanti gli ospiti di Verissimo nella puntata di oggi. Non solo l’attore Gabriel Garko che, reduce dal coming out al Grande Fratello Vip, racconta le sue sensazioni sull’importantissima rivelazione. A Verissimo va in scena anche un’intervista a Roberto Giacobbo, che ha rivelato l’incubo vissuto in primavera. Anche il popolare giornalista, tornato al timone de Freedom – Oltre il confine in onda su Italia 1, ha infatti avuto il Coronavirus: il contagio risale al 5 marzo, quando si sono manifestati i primi sintomi. A Silvia Toffanin rivela: “Ho pensato che fosse adesso il momento di parlare di questa storia per parlare anche a chi ancora ha dei dubbi su questa pandemia“.

Ero arrivato all’ultimo stadio

Roberto Giacobbo rivela come sono andate le cose: “Non me la sono andata a cercare, solo che è successo troppo presto: il 5 marzo. Qualcuno mi ha trasmesso il virus, probabilmente mentre ero al supermercato. Purtroppo, una laringite ha falsificato i sintomi. Avevo la febbre alta, non stavo bene. Ho comprato un pulsometro per misurare l’ossigenazione del sangue. Una mattina ho sentito una maggiore difficoltà nel respiro e dopo poche ore l’ossigenazione era crollata. Sono corso in ospedale”. Poi continua: “Avendo confuso i sintomi, ero arrivato all’ultimo stadio. Arrivato in rianimazione al Policlinico Gemelli, mi hanno messo il casco e lì ho affidato il mio corpo ai medici. Da quel momento, per 42 giorni, ho visto solo persone vestite da astronauta, solo i loro occhi. E lì lascio completamente il mio corpo nelle loro mani. Ero legato al letto per evitare che questo casco andasse via“.

La drammatica esperienza in rianimazione

In ospedale la realtà era ben diversa: “Mi hanno tolto tutto, compresa la fede. Sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbero avuto le mie figlie e mia moglie. Perché neanche il mio corpo avrebbero potuto avere. Ma la cosa che è stata più complessa è rendermi conto della gravità, perché questo virus è difficile. Non ti dava l’impressione di stare così male. Una volta recuperata la fase respiratoria, sono riuscito con l’aiuto dei sanitari a portare le mie frequenze respiratorie da 40 frequenze al minuto a 25“.  Il Covid ha colpito anche la famiglia del noto giornalista, come da lui dichiarato: “All’inizio non potevo comunicare con i familiari. Ho firmato anche autorizzazioni per provare cure sperimentali che mi hanno salvato. Anche mia figlia e mia moglie hanno avuto il Covid, le mie tre figlie poi si sono fatte forza e la più grande mi ha mandato un video dove mi diceva che tutto era apposto, ma non sapeva che io non potevo vederlo“.

Il ritorno a casa

La gioia del ritorno a casa, dopo essere stato per così tanto tempo in rianimazione all’ospedale, è stata incontenibile: “La mia famiglia l’ha vissuto in maniera diversa. Li ho riabbracciati entrando in casa, che avevo lasciato con la febbre di corsa. Sono entrato ed era una gioia infinita“. Da questa esperienza Giacobbo rivela di aver imparato l’importanza della prudenza e dell’attenzione. Il virus circola ancora e mai bisogna abbassare la guardia: “Si cambia perché tutto è più bello. Ogni respiro è più bello. Per proteggerci basta poco: non importa toccarsi, ci abbracceremo un’altra volta. Bisogna non essere sciocchi, ma attenti, senza però rinunciare a vivere“.