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Omicidio Lecce, la nonna di Eleonora: “De Marco innamorato di uno dei due”

Pubblicato: 04/10/2020 10:47

Continua a sconvolgere la tragedia di Lecce e dei due fidanzati uccisi “perché troppo felici”. La nonna di Eleonora Manta, uccisa insieme al fidanzato Daniele De Santis, ha parlato del drammatico omicidio e dei suoi sospetti sull’assassino della nipote. Anche gli ultimi coinquilini di Antonio De Marco hanno descritto il carattere schivo del killer e i giorni precedenti all’arresto. Il 21enne, che dal carcere dice di essersi pentito, avrebbe inoltre avuto i conati di vomito durante l’interrogatorio quando gli hanno mostrato le foto con i cadaveri dei suoi ex coinquilini. Eppure, li ha straziati senza pietà con 70 coltellate, e aveva organizzato per loro un piano diabolico di torture e sadici “giochi”.

Il sospetto della nonna di Eleonora

Penso che nella sua mente fosse innamorato di una o dell’altro“, ipotizza la nonna di Eleonora nello studio di Pomeriggio Cinque, parlando del 21enne Antonio De Marco, ex coinquilino della coppia che ha confessato il duplice omicidio. Dopo giorni di ricerche, l’assassino è stato arrestato e ora si trova in carcere, dopo la convalida del fermo da parte del gip che ha definito un “piano disumano” quanto organizzato da De Marco. La nonna della 30enne uccisa non si spiega l’assurdo movente dietro la morte dei ragazzi. “L’ho cresciuta come se fosse figlia mia. Non puoi immaginare perché un incidente è un incidente, una malattia è una malattia. Ma perché sono troppo felici questi ragazzi, ma siamo pazzi? Erano innamorati. Noi piangiamo entrambi, non solo Eleonora”.

Il racconto dei coinquilini del killer

L’anziana non è comunque l’unica ad avanzare l’ipotesi che dietro la follia omicida di De Marco si nasconda una mancata accettazione della propria sessualità. Gli ultimi due coinquilini del killer hanno infatti raccontato a Quarto Grado che: “Antonio era un ragazzo timido, molto introverso. Si sentiva uno sfigato. Abbiamo cercato di coinvolgerlo in qualche modo, stava capendo che era gay secondo me. Un ragazzo religioso che reprime magari la sua natura omosessuale. Antonio raccontava di non avere mai avuto una ragazza, si riteneva uno sfigato, ma non lo era”. Una tesi che però i carabinieri smentiscono: a loro non risulta che De Marco si sia dichiarato omosessuale, né che questo abbia influito nel compiere il delitto. I coinquilini affermano poi che nulla avrebbe mai fatto pensare che dietro quel ragazzo schivo si celasse un omicida.

Sesso, fumetti e musica dopo l’omicidio

La notte dell’omicidio, secondo quanto da lui dichiarato, De Marco sarebbe tornato a casa e avrebbe dormito fino al mattino. Nei giorni successivi poi ha comprato un fumetto, ha fatto sesso con una escort, è andato in ospedale, dove svolgeva un tirocinio con altri studenti di Scienze Infermieristiche. E ha perfino partecipato ad una festa, di una collega del corso. Nessuno dei suoi conoscenti sospettava che fosse lui l’autore del duplice omicidio di Lecce di cui tutti parlavano. Fino alla mattina del suo arresto. “Non l’avevo mai sentito cantare”, confessa infine la coinquilina. Quella mattina Antonio De Marco cantava, apparentemente spensierato, nonostante avesse compiuto un’atrocità.

La “caccia al tesoro” per gli investigatori

Intanto, sono emersi degli altri dettagli raccapriccianti sulla notte in cui De Marco ha crudelmente messo fine alla vita dei due giovani fidanzati. Eleonora e Daniele erano appena andati a convivere, stavano iniziando la loro nuova vita insieme, ma Antonio De Marco, originario di Casarano (Lecce), ex coinquilino della coppia, gli ha strappato via quel sogno con violenza. “L’accanimento di De Marco sui cadaveri, che ha sbudellato un cadavere e appeso i relativi reperti sulla porta di ingresso delle vittime è chiaramente rivelatore di quella spietata efferatezza e di quella malvagia e inumana crudeltà che – certamente – integrano gli estremi della contestata circostanza aggravante”, si legge nell’ordinanza del giudice Michele Toriello. De Marco, secondo quanto dicono i suoi appunti ritrovati, avrebbe voluto organizzare una macabra caccia al tesoro di 30 minuti con i resti di Eleonora e Daniele, per “giocare” con gli investigatori.