Vai al contenuto

Bimbo ucciso di botte a Cardito, condannati il patrigno e la madre

Pubblicato: 09/11/2020 20:30

Nel pomeriggio di oggi è arrivata la prima sentenza per il caso di Giuseppe, il bambino ucciso di botte a Cardito nel gennaio 2019. Accusato per la sua morte è il patrigno Toni Badre, mentre la madre Valentina Casa affrontava accuse di omicidio sotto il profilo omissivo. La vicenda ha sconvolto l’opinione pubblica, per l’efferatezza delle botte e delle violenze vissute da Giuseppe e dalle sorelle.

Cardito, ergastolo per Toni Badre

La prima fase del processo per l’omicidio di Cardito si è conclusa: la terza Corte di Assise del Tribunale di Napoli ha infatti condannato all’ergastolo Toni Badre. Il patrigno di Giuseppe è accusato di omicidio: sue le numerose e violente percosse che sono costate la vita al bambino. Il legale di Badre, viene riferito da numerose fonti, ha cercato di abbassare la gravità dei reati a carico del suo cliente: lesioni personali gravissime, anziché omicidio volontario aggravato per la morte di Giuseppe, e tentato omicidio aggravato per la sorella.

Accolta quindi la richiesta dell’accusa, che aveva chiesto l’ergastolo e 18 mesi di isolamento diurno, mentre la Corte ne ha accordati 12. La Procura aveva inoltre chiesto che a Badre fossero riconosciute le aggravanti della crudeltà, dei futili motivi, dell’abuso delle relazioni domestiche e della minorata difesa.

Condannata anche la madre di Giuseppe

Nella giornata di oggi è arrivata anche la condanna per la madre di Giuseppe, Valentina Casa. La donna è stata arrestata ed ora processata per gli stessi reati di Badre, ma dal punto di vista omissivo: le si contestava infatti di non aver fatto nulla per impedire le violenze contro i figli, e avrebbe anche cercato di nasconderle al momento di chiamare i soccorsi. La Corte d’Assise ha però condannato Valentina Casa per il reato di maltrattamenti, assolvendola dai capi d’accusa più gravi. Per la madre di Giuseppe la condanna è a 6 anni di reclusione.

Le dichiarazioni del patrigno e della madre

Nel corso del processo, sono emerse anche le testimonianze degli imputati. Valentina Casa ha dipinto il compagno come “un diavolo, picchiava i bambini anche quando sono caduti“. Nella sua difesa, invece, Badre aveva detto: “Volevo rilassarmi un poco ma i bambini saltavano sul letto. Mi è venuto un raptus di follia e mi si è spento il cervello, li picchiai ma non volevo ammazzarli“.

La tragica morte del piccolo Giuseppe

La vicenda risale al 27 gennaio del 2019. Questo è il giorno in cui Toni Badre ha selvaggiamente picchiato il piccolo Giuseppe. Il bambino sarebbe stato picchiato con il manico di una scopa, perchè avrebbe rotto un lettino. Dopo le numerose botte, la madre avrebbe aspettato ore ed ore prima di chiamare i soccorsi. E così Giuseppe è morto, proprio a seguito di quelle immagini violenze che, è emerso dai racconti della sorella, non erano affatto isolate. Decisive, nel corso delle indagini, proprio le sue testimonianze, nelle quali ha raccontato immani violenze.

Badre, secondo la testimonianza, era solito tentare di affogare la sorella di Giuseppe e picchiare i bambini con utensili da cucina. Tante crudeltà che, come ha riferito la psichiatra che ha seguito il caso, hanno portato la sorella a fingere di svenire, per evitare le botte.

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2020 20:56