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I nuovi illuminati: storia di uomini che amano le donne

Pubblicato: 26/11/2020 16:09

Credo che le giornate internazionali siano molto importanti per sensibilizzare le persone su una tematica. 

Credo anche che servano a poco, se poi negli altri giorni non facciamo nulla affinché quella tematica non esista più.

E credo anche che si possa intervenire in maniera molto diversa da quella attuale.

Nessuna di noi è al sicuro

Mi riferisco soprattutto alla giornata appena trascorsa contro la violenza sulle donne. Va bene ricordarla e va bene anche rendere pubblici dati talmente drammatici che dovrebbero far piangere e vergognare tutti. Ma restano tante cose che ancora oggi bene non vanno.

Una delle cose più tristi è che non esistono donne a cui capita e donne a cui non capita. E non esistono neppure più età. Nessuna di noi si potrà mai sentire al sicuro, né troppo giovane, né mai troppo vecchia. Non esiste protezione e non perché siamo il sesso, definito dagli uomini, debole. Perché mancano le tutele e l’educazione.

Perché ancora oggi se una donna viene stuprata a casa di un uomo o a una festa, la colpa è la sua che ci è andata, o che è stata ingenua. Se si veste in modo poco clericale, la colpa è sua perché emana messaggi provocatori. Se non è accondiscendente con il proprio marito, o se lo vuole lasciare, la colpa è ancora sua, perché si sa come sono fatti.

No, io non voglio credere che gli uomini siano così. E voglio pensare che questa sia anche una questione da uomini, che non meritano di essere paragonati, ancora una volta per la sola appartenenza sessuale, a chi di umano non ha nulla.

La violenza è violenza e le diversità sessuali non possono e non devono essere un’attenuante.

Trovare opposizione al ddl Zan è una vergogna!

E ancora una volta si torna a parlare di genere, quando la vera giustizia sarebbe non considerare più questo come una discriminante, su qualsiasi argomento. 

È di poche settimane fa la lotta per far passare alla Camera il ddl Zan sulle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. E avere bisogno di questa legge è una vergogna. E lo è ancora di più che questa incontri delle opposizioni.

Parità: meglio la libertà di genere

A me il pareggio non piace, mi piace la vittoria. Mi piace vincere nei diritti civili, mi piace vincere laddove è la libertà di essere come si è il premio, mi piace vincere nelle opportunità e nell’educazione di tutti.

Certo, servono queste giornate internazionali per la sensibilizzazione e per la memoria, ma servono anche e soprattutto azioni concrete. Piani formativi precisi. Inserire l’educazione alla sessualità e all’affettività già dalle scuole elementari, inserire l’educazione civica, che pare ormai dimenticata e introdurre finalmente un’educazione alla gentilezza. Una nuova frontiera di cultura che fa bene non solo al cuore, ma anche alle casse dello Stato, perché educare al rispetto aiuta la salute e il benessere e riduce la sensibilizzazione alle malattie. E questo lo dice la ricerca medica, quella psicologica e quella economica.

Paolo Borzacchiello: proclamanto Uomo Illuminato

Per fortuna c’è anche chi di azione concrete ne fa sul serio.

È con molto orgoglio che scrivo questo mio plauso, come donna e come direttrice, per Paolo Borzacchiello, editorialista di Thesocialpost, che sabato sarà proclamato “Uomo Illuminato” da parte degli Stati Generali delle Donne e di Sportello Donna, riconoscimento patrocinato dalla Commissione Europea e assegnato a uomini che hanno dato un contributo tangibile per il raggiungimento della parità di genere e per la valorizzazione dell’identità di ciascuno.

Un riconoscimento che inorgoglisce tutti noi per averlo in squadra, noi che insieme abbiamo fatto dei diritti civili la base della linea editoriale di Thesocialpost.

Paolo, come ama lui stesso definirsi, è un innamorato delle parole, un’amore ricambiato e armonico. Ed è per questo legame che riceverà questo importante merito, per il suo impegno nel promuovere, in tutto quello che fa, una cultura linguistica “libera dai luoghi comuni e dagli stereotipi che purtroppo spesso cementano e radicano in profondità differenze di genere che non hanno ragione di esistere e che producono, beninteso anche in concomitanza di altri fattori, quei comportamenti violenti di cui ahimé si parla ancora con eccessiva frequenza. Perché, ricordiamolo, i comportamenti violenti nascono sempre da pensieri inquinati”. 

Abbiamo bisogno di luce

Mi fa un po’ tristezza che ancora oggi si senta il bisogno di definire illuminate persone libere dal pregiudizio, quando dovrebbe essere la normalità. Forse, però, l’intento è proprio quello di mostrare la luce come unica alternativa al buio che si accompagna alla violenza.

Cosa manca, dunque, oggi per quella che a me piace definire la “Parità libera dal genere”: “Manca un vocabolario pulito che metta tutti d’accordo. Finché esisteranno “maschietti e femminucce”, finché “puttana” sarà un dispregiativo e gigolò quasi un complimento, finché vivremo lottando “contro” e non muovendoci “verso”, sarà difficile vivere in un contesto di parità”, esorta Borzacchiello.

Essere donna è un’esperienza straordinaria

Difficile immaginare un vocabolario diverso, quando l’impegno non parte dalle istituzioni e dai programmi scolastici, proprio quelle che dovrebbero avere a cuore l’educazione delle generazioni future.

Sono sicuramente più cinica di Paolo Borzacchiello su questa tematica, sono donna e ho passato più di quarant’anni a sentirmi fortunata per esserlo: perché essere donna è qualcosa di straordinario. E piango e mi arrabbio quando penso che questa meraviglia possa essere associata al pericolo e alla discriminazione.

E non esiste superiorità di genere, di nessun genere.

Come fare la nostra parte

Come fare ognuno la nostra parte, in attesa che la lenta e pantagruelica macchina politica si possa muovere? Borzacchiello ci incoraggia a “Orientare il cervello su frame, scenari diversi. Ovvero: va ovviamente bene essere contrari alla violenza contro le donne, ma va anche meglio, nel frattempo, essere a favore di parole di bellezza e amore, a favore della cultura genitoriale che crea mostri, a favore di un linguaggio privo di discriminazioni.

Si tratta di azioni che richiedono tempo e strategia, mi rendo conto, ma sono l’unica vera risposta, una risposta cognitiva e culturale, a un problema che non si può risolvere riempiendo le piazze di scarpe rosse. Che è bello, fa scena, ma non cambia i paradigmi mentali. Se ne parla un giorno, e il giorno dopo siamo a parlare della prossima battaglia contro qualche altra cosa. Non si cambia il mondo con battaglie contro, ma con azioni a favore di altro”. 

Segui la proclamazione

Sabato 28 novembre 2020, ore 10