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Saronno, la Corte d’Assise conferma la condanna a 30 anni di carcere per l’infermiera killer

Pubblicato: 15/02/2021 19:42

Saronno, confermata la condanna a 30 anni di carcere per l’infermiera “killer”, Laura Taroni, giudicata colpevole di aver ucciso il marito sua madre somministrando loro un cocktail di farmaci letale.

L’appello-bis giunge dopo una una prima sentenza giudicata incompleta. Diverso invece il destino del medico-amante della donna, l’ex vice-primario Leonardo Cazzaniga, per il quale è previsto un altro tipo di condanna.

Taroni e Cazzaniga, amanti e complici

La prima morte sospetta a carico di Laura Taroni risale al 2013, quando venne a mancare proprio suo marito, Massimo Guerra. Nel 2014 era invece morta la suocera, Maria Rita Clerici. A causare entrambi i decessi sarebbe stata proprio l’infermiera, Laura Taroni. La relazione extraconiugale, descritta dall’accusa come “criminosa e sentimentale”, fra la Taroni e Cazzaniga sarebbe stato il motivo scatenante di questi gesti. Uccidendo Massimo Guerra e Maria Rita Clerici infatti la loro relazione non avrebbe più avuto ostacoli. Entrambi i decessi sarebbero stati causati da un mix di farmaci letale.

Attualmente, Leonardo Cazzaniga è imputato al centro di una altro processo parallelo e ancora in attesa di sentenza per la morte di altre 12 persone, 12 pazienti che anche loro sarebbero deceduto a seguito di un mix di farmaci letale. Il giorno della verità sulla sua condanna è atteso per il prossimo 23 febbraio quando la Corte d’Appello di Milano si esprimerà sulla condanna all’ergastolo, sentenza emessa in primo grado.

Condanna a 30 per Laura Taroni

Laura Taroni non ha assistito alla sua condanna ma è rimasta in carcere a Como dove è da tempo reclusa. Come ricorda Tgcom24, l’infermiera ha affidato il suo pensiero rivolto ai figli alla voce del suo avvocato, presente in aula: “Ho ritrovato la donna che ero e la madre che voglio essere, in carcere ho riscoperto la serenità. Penso ai miei figli e alla possibilità di riabbracciarli, le parole lette dal legale della Taroni, prima della camera di consiglio. La difesa aveva richiesto l’assoluzione della donna, ma anche in quest’occasione sono stati confermati i 30 anni di reclusione. Rimossa invece l’aggravante della premeditazione.

I risultati della perizia psichiatrica

Il processo d’Appello bis giunge in seguito a una problematica riscontrata nella prima versione della perizia, emessa a luglio. Nella precedente sentenza mancavano infatti 13 pagine di fondamentale importanza ai fini della condanna: in esse si valutava la capacità di intendere e di volere dell’infermiera.  

Il medico incaricato di eseguire la perizia psichiatrica sull’infermiera di Saronno avrebbe rivelato un disturbo della personalità. Nonostante quest’elemento tuttavia, Laura Taroni è stata ritenuta “capace di intendere e di volere” e gli omicidi da lei compiuti sarebbero frutto della sua cosciente intenzione di uccidere il marito e la suocera. Altre due persone sono state invece assolte con il “non doversi procedere” per prescrizione postuma alla riqualificazione del reati: si tratta del medico assicurativo Daniele Sironi, precedentemente accusato per falso dopo aver firmato alcuni documenti per agevolare l’ottenimento dell’assicurazione per la morte del marito dell’infermiera e dell’infermiere Claudio Borgio, precedentemente imputato per l’accusa di non aver vigilato sull’operato di Cazzaniga all’interno dell’ospedale quando lo stesso Borgio presenziava nella commissione.