Giovanni Evani Giancaspro, in arte Gio Evan, parteciperà per la prima volta al Festival di Sanremo con Arnica, un brano che è un rimando alle innumerevoli esperienze che hanno segnato la vita dell’artista pugliese. Il significato e il testo della canzone in gara al Festival di Sanremo 2021.
Gio Evan per la prima volta al Festival di Sanremo
Parlando di Arnica, Gio Evan la descrive come una canzone nata quasi per caso: “É un brano che è letteralmente accaduto, non era pianificato, così come la partecipazione al Festival. Io non ho mai ambito a Sanremo, non lo vedevo nemmeno in tv, ho fatto altri percorsi di vita. A un certo punto è sbucata Arnica e a tutti quelli che l’hanno sentita si è accesa quella lampadina che loro hanno e io no, la lampadina Sanremo. Non mi sono fidato di me ma di loro, ed eccomi qui”, ha commentato il cantante in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
Tutto su Gio Evan: il poeta con la passione per la musica
Il testo completo di Arnica
Il titolo del brano racchiuderebbe il senso stesso del testo: se l’arnica è in grado di curare i traumi fisici, la canzone di Gio Evan non potrà che alleviare i traumi dell’anima. Il testo completo di Arnica pubblicato da Tv Sorrisi e Canzoni.
E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione
Prendere in tempo il treno, e poi sbagliare le persone
E sbaglio ancora a fidarmi a regalare il cuore agli altri
Che poi ritorna a pezzi curarsi con i cocktail e fare mezzanotte e non risolvere mai niente
Cerco un amico per un buon tramonto insieme
Voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo
E voglio farmi scivolare il mondo addosso
E non scivolare sempre io
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare
E portami una primavera prima che appassisca
Davanti all’estate di tutti
Così esile che la tormenta
Mi confonde con un panno steso al vento
E cerco un posto dove poter fare il debole
Amici buoni per smezzare una tempesta
‘Che’ l’amore si scopre solo in mezzo al temporale, ammiro i vostri punti fermi ma ho bisogno di viaggiare
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Le corse di mia madre per fare in tempo a scuola
Sognare ad occhi aperti
L’estate senza soldi
L’ansia degli esami
Ma che festa il giorno dopo
La faccia di mio padre
Quando andava a lavoro
Le volte in cui pensiamo che andrà tutto male
I viaggi con chi ami
Sì ma i sogni a puttane
Le prime delusioni
Perché i baci finiscono
Le nottate a casa con gli amici
A dire resteremo uniti
E poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare.