Vai al contenuto

Lorys Stival, Veronica Panarello torna aula per rispondere di calunnia nei confronti dell’ex suocero Andrea Stival e torna ad accusarlo: “Era con me”

Pubblicato: 07/04/2021 12:21

Condannata a 30 anni di carcere per la morte del figlio Lorys Stival, Veronica Panarello nella giornata di ieri è tornata a presenziare – in video conferenza dal carcere di Torino – nell’aula di Tribunale per rispondere delle accuse di calunnia nei confronti dell’ex suocero, Andrea Stival, l’uomo che la Panarello ai tempi del processo per la morte del piccolo Lorys aveva indicato come l’assassino del figlio.

Veronica Panarello in Tribunale per le accuse di calunnia nei confronti dell’ex suocero Andrea Stival

Reduce dal Covid-19, Veronica Panarello torna in Tribunale per quella che è stata la prima udienza di un processo che la vede accusata di calunnia. Un ritorno davanti al giudice quello della Panarello dopo un lungo processo a seguito della morte del piccolo figlio Lorys Stival, morto il 29 novembre del 2014, conclusosi con la sua definitiva condanna a 30 anni di carcere. “Dall’inizio e per un lungo periodo non ricordavo quello che fosse accaduto: collocavo gli spazi di quell’attimo con ricordi precedenti a quella giornata“, sono state alcune delle parole, riportate da Fanpage.it, con cui Veronica Panarello si è difesa ieri, con flebile voce, di fronte ai legali che l’hanno accusata di aver cambiato plurime volte la versione dell’accaduto.

Nuove accuse nei confronti dell’ex suocero

Mi assumo la responsabilità. Ho detto il falso quando che era stato un incidente ma poi mi sono resa conto che non era giusto. Ho sbagliato anche io – ha poi continuato la Panarello tornando a lamentare il fatto che quella mattina in cui il piccolo Lorys è morto, secondo la sua versione dei fatti, non sarebbe stata sola – È giusto che pago e sono in carcere. Però è anche giusto che paghi chi quella mattina era con me“.

Parole che tornerebberpo a coinvolgere l’ex suocero, Andrea Stival che, nel corso del processo che ha portato alla condanna della Panarello, è stato confermato essere “estraneo ai fatti“. Era stata la Panarello ai tempi a indicare l’allora suocero “parte attiva” di quel delitto, motivo per il quale ora è tornata in Tribunale per rispondere dell’accusa di calunnia nei suoi confronti. Tornata in aula la Panarello avrebbero sottolineato e di conseguenza accusato gli inquirenti che si sono occupati del caso di aver ignorato alcune prove che lei stessa avrebbe fornito e che avrebbero confermato la presenza del suocero al suo fianco la mattina del delitto.

Le due persone incrociate per strada la mattina del delitto: “Mi dissero che era irrilevante

Nell’auto in un determinato tratto di strada c’erano due persone che avevano salutato Andrea Stival. Perché non è mai stata analizzata questa cosa? – ha chiesto la Panarello al giudice monocratico del Tribunale di Ragusa Elio Manenti – Perché non è stato ritenuto interessante approfondirla?“. Persone che lei stessa avrebbe dichiarato di non conoscere: “Di una persona so il nome perché in quel periodo da poco aveva una piccola attività ambulante di vendita di pesce e l’altro non so come si chiami ma so dove viveva, a poca distanza da casa mia. Ricordo che stavano gettando delle vecchie porte e finestre in legno. Mi dissero che era irrilevante“, avrebbe dichiarato l’imputata tornando su quell’episodio che ricondurrebbe a dopo la morte del figlio Lorys quando, tornando a Santa Croce, si sarebbe trovata in auto con il suocero. Persone sulla quale, secondo quando da lei dichiarato, non sarebbero stati fatti approfondimenti e che avrebbero visto l’ex suocero in macchina con lei dopo che il corpo del piccolo Lorys era stato già fatto sparire.