Vai al contenuto

Funivia Stresa-Mottarone: c’è l’ammissione dei tre fermati nella notte

Pubblicato: 26/05/2021 08:59

Di ieri sera le ultime novità sul disastro della funivia Stresa-Mottarone, la tragedia che è costata lo scorso 23 maggio la vita a 14 persone, vittime del drammatico incidente. Convocati in caserma, nella notte dopo lunghi interrogatori sarebbe arrivata l’ammissione da parte delle 3 persone fermate che avrebbero confermato di avere responsabilità per l’accaduto in relazione al sistema di emergenza dei freni.

Funivia Stresa – Mottarone: 3 fermi nella notte tra cui il gestore dell’impianto

Erano state convocate in Caserma ieri sera e, come si apprende da Ansa, nella notte sarebbe state 3 le persone fermate per la tragedia della funivia Stresa-Mottarone che, sempre nella notte, avrebbero ammesso le proprie responsabilità. A proferire notizia pubblicamente è l’ufficiale dell’Arma che ha esposto questa mattina il tutto a Buongiorno Regione. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione“.

L’ammissione sul malfunzionamento del freno

L’ammissione relativa alla mancata attivazione del freno sarebbe arrivata dopo ore e ore di interrogatorio. Notizia confermata questa mattina dal comandante della provinciale dei carabinieri di Verbania, Alberto Cicognani. Sempre secondo quanto diffuso da Ansa, tra le tre persone fermate per il crollo della cabina della funivia, costata la morte a 14 persone, ci sarebbero Luigi Nerini, il proprietario della società Ferrovie Mottarone srl che gestisce l’impianto; il direttore e il capo operativo del servizio.

Proseguono le indagini dei Carabinieri alla luce del fermo che è stato autorizzato dal procuratore della Repubblica di Verbania in accordo con il pm Laura Carrera. “Un quadro fortemente indiziario“, le parole del pm postume ad oltre 12 ore di interrogatori. Si attende ora la richiesta da parte della procura di Verbania sulla convalida del fermo e la misura cautelare.