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Omicidio Isabella Noventa, colpo di scena sulle pistole di Freddy Sorgato: a rivelarlo è la sorella Debora

Pubblicato: 18/06/2021 16:44

Il processo per la morte di Isabella Noventa, uccisa il 15 gennaio 2016, si è concluso con la sentenza in Cassazione e la condanna a 30 anni per Freddy Sorgato e la sorella Debora, oltre a 16 anni per la complice Manuela Cacco. Una storia di gelosie, rancori e invidie per la quale è ancora in corso un processo a parte, quello per la detenzione illegale di armi da fuoco. In quest’ambito, è arrivato un colpo di scena dalla testimonianza di Debora Sorgato.

Omicidio Noventa, per Debora Sorgato le pistole erano di Manuela Cacco

La genesi di questo processo risale alla sera del 7 marzo 2016, quando durante le indagini per la morte di Isabella Noventa, l’ex compagno della sorella di Freddy Sorgato nonché ex maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Verde fece trovati alle forze dell’ordine 124mila euro e due pistole, nascoste in casa sua. Secondo quanto riportato, sarebbe stata la stessa Debora a posizionarle nella parte di armadio che era solita usare quando si fermava a dormire da lui (i due vivevano nella stessa palazzina).

Al processo in corso in questi giorni, la stessa donna condannata a 30 anni ha svelato un dettaglio che potrebbe cambiare le cose: “Le pistole me le ha portate la Cacco cinque o sei giorni prima degli arresti perché aveva paura che venissero scoperte nel corso di una perquisizione”, le sue parole riportate dalle fonti.

Debora Sorgato e le pistole di Freddy: per la Procura sta mentendo

In collegamento dal carcere di Vicenza, Debora Sorgato avrebbe raccontato di non sapere che cosa contenessero quelle scatole consegnate dalla Cacco. “L’ho scoperto cercando di metterla sotto un armadio quando sono cadute le pistole. E per tutelare mio figlio minorenne ho chiesto a Giuseppe Verde di tenerle da lui – avrebbe detto – In realtà è stato proprio lui a dirmi di portargliele. Mio fratello Freddy non sapeva nulla di queste armi“.

Debora ha già patteggiato un anno per questo filone processuale per violazione del Testo unico delle leggi in materia di pubblica sicurezza, ma le sue parole cambierebbero la posizione del fratello Freddy, sotto accusa. Le sue parole, tuttavia, sembrano molto convenienti per uno degli assassini di Isabella Noventa. Tanto che, si apprende, la Procura avrebbe richiesto la testimonianza per valutare possibili reati di falsa testimonianza e calunnia verso Manuela Cacco. È stata la confessione della donna, anni fa, a far scoprire la verità circa la morte della Noventa.

L’omicidio di Isabella Noventa e le condanne

La vicenda, come detto, è un misto di gelosia e rancori: la prima è di Freddy Sorgato, dipendente di un’azienda petrolifera, nei confronti della donna con il quale aveva ancora una relazione saltuaria, i secondi della sorella Debora. Così si è arrivati ad un piano per ucciderla, messo in atto la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Isabella Noventa è stata portata nella villa di Noventa Padovana di proprietà di Freddy, dove ad attenderla nell’ombra c’era proprio la Sorgato. Qui, la sorella di Freddy l’ha colpita in testa con una mazzetta, per poi avvolgerle la testa con un sacco di plastica e continuare a colpirla. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Tutto questo si è scoperto soprattutto grazie alla testimonianza di Manuela Cacco, amante di Freddy Sorgato e intervenuta per indossare la giacca di Isabella e fingere di essere lei per le telecamere di sicurezza. Dopo il suo pentimento, è arrivata l’ammissione di Freddy, pur inserita in un contesto di diverse e fallaci versioni sulla morte. A novembre 2020, la definitiva condanna in Cassazione: 30 anni per omicidio ai due fratelli, 16 anni per la complice Manuela Cacco.