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Il Punto di Piazza Affari e la crescita internazionale da tenere sotto controllo

Pubblicato: 02/07/2021 12:21

Primo semestre archiviato e Piazza Affari si trova le piazze internazionali che sono cresciute di più da inizio gennaio (in termini di andamento). Addirittura più dei big americani come Nasdaq e Dow Jones, e tornando a scambiare su livelli che non si vedevano dal 2008.

Ma non è solo Milano ad aver passato un semestre d’oro. In generale, l’azionario ha conosciuto il miglior inizio dell’anno dai primi anni 2000 nonostante il leitmotiv dell’inflazione che in qualche occasione ha creato un po’ di spauracchio agli investitori. In questo periodo di riaperture, le banche centrali hanno dominato le pagine dei giornali, con gli investitori preoccupati per una fine prematura degli stimoli monetari che tanto hanno fatto bene ai mercati, ora sui massimi storici dopo il crollo storico del marzo 2020. 

Un aumento sostenuto dell’inflazione oltre i limiti consentiti potrebbe però fermare questa “luna di miele” nel secondo semestre, inducendo le banche a controllare gli acquisti obbligazionari per avere meno moneta in circolazione e ad alzare i tassi d’interesse (che determinano il costo del denaro prestato dalle banche). 

Il mercato ha forse evitato un po’ di segnali di paura ma, guardando alla seconda metà dell’anno, ci sono più rischi in vista rispetto a qualche mese fa”, ha affermato James Ragan, direttore del wealth management presso la banca d’affari D.A. Davidson. 

Intanto, i mercati hanno iniziato con il piede giusto la seconda metà dell’anno e, secondo diversi analisti i settori da osservare da qui alla fine dell’anno sono quelli che sapranno difendersi dal possibile aumento dell’inflazione e che saranno esposti agli investimenti previsti dal Piano di Ripresa italiano. Ecco i titoli al centro dell’attenzione del mercato questa settimana.

A Piazza Affari il luxury torna di moda

Dopo Tod’s e Chiara Ferragni, in questi giorni è stata Salvatore Ferragamo ad attirare l’interesse del mercato, grazie alla nuova nomina dell’amministratore delegato.

La società ha infatti ‘rubato’ Marco Gobbetti allo storico brand britannico Burberry, che recentemente aveva annunciato le dimissioni del manager per “un’altra opportunità in Italia”.

Gobbetti lascerà l’incarico alla fine del 2021 dopo quasi cinque anni durante i quali ha trasformato brand e struttura del gruppo, vantando ampia esperienza nel settore.

Prima di assumere l’incarico a Londra, il nuovo Ad di Ferragamo è stato amministratore delegato di Moschino e per 13 anni ha lavorato nel colosso francese Lvmh dove ha ricoperto il ruolo di Ceo di Givenchy e di Celine.

Alcuni broker non sono però contentissimi di questa scelta. É il caso dei britannici di Jefferies secondo cui la nomina indica che il gruppo “proverà ancora una volta a farcela da sola”.

Per il broker, è invece necessario “il coinvolgimento di una parte terza” che “saprebbe invertire velocemente il trend in un contesto in cui la finestra di opportunità si sta riducendo“.

Juventus cerca liquidità e punta su Piazza Affari

Ancora problemi finanziari per la Juve che, dopo aver stimato un impatto Covid sui conti della società intorno a 320 milioni, ha preso in considerazione un aumento di capitale di 400 milioni. 

Il bisogno di capitale alimenta i dubbi sul debito già alto della società. Il club ha confermato gli obiettivi strategici del piano di sviluppo ma, nella nota diffusa, ha spiegato che “si renderà necessaria la revisione e l’estensione del piano nel corso del primo semestre del prossimo esercizio“. 

Il club presieduto da Andrea Agnelli non è l’unico a soffrire dei mancati ricavi causa Covid, ma i problemi finanziari per la vecchia signora sono iniziati ben prima, dopo l’aumento di costi strutturali e degli stipendi, come nel caso di Cristiano Ronaldo e l’obbligazione emessa per acquistarlo (motivi alla base della meteora Superlega).

La Juve ha chiuso i primi sei mesi con una perdita netta di 113,7 milioni di euro, più che raddoppiata rispetto ai -50,3 milioni dell’anno prima (+126%), con debito netto pari a 357,8 milioni (+31 milioni su base annua) e con ricavi (incluse le plusvalenze) di 258,3 milioni (322,3 milioni fine 2019).

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2021 17:14