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Gaia e Camilla, investite a Roma, Genovese concorda in appello. Chiusa la vicenda giudiziaria

Pubblicato: 08/07/2021 17:27

Si è chiusa la vicenda giudiziaria di Gaia e Camilla, le sedicenni travolte e uccise a Roma nel dicembre 2019. Oggi la Corte d’Assise d’appello di Roma ha formalizzato l’accordo fatto dalla Procura generale della Capitale e Pietro Genovese.

Gaia e Camilla morivano investite dall’auto guidata da Pietro Genovese nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019. Le due amiche 16enni stavano rincasando dopo una serata passata con gli amici e, mentre stavano attraversando Corso Fiume a Roma l’auto le ha travolte. A bordo c’era appunto Pietro Genovese, figlio del regista Paolo Genovese, accusato poi di duplice omicidio stradale.

Gaia e Camilla, Pietro Genovese concorda con la procura

Pietro Genovese ha concordato con la Procura Generale di Roma cinque anni e quattro mesi di reclusione per omicidio stradale plurimo per la morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. L’accordo è stato formalizzato oggi dalla corte d’Assise d’Appello di Roma, chiudendo così in via definitiva la vicenda giudiziaria.

Nell’accordo è stato anche prevista la revoca dei domiciliari, tramutata in obbligo di dimora a Roma con annesso obbligo di firma e divieto di allontanarsi dal proprio domicilio dalle 22 alle 7.

La condanna in primo grado di Pietro Genovese

Lo scorso 19 dicembre Pietro Genovese era stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 8 anni di carcere; la decisione era stata presa dal gup Gaspare Sturzo, andando ben oltre la richiesta formulata dal pm Roberto Felici che aveva invece chiesto 5 anni.

L’incidente in cui morirono Gaia e Camilla

Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli erano due amiche, entrambe 16enni, stavano tornando a casa nella notte tra il 21 e il 22 dicembre dopo aver passato una serata con gli amici. La zona è quella di Roma nord, una notte fredda e caratterizzata da un fitta pioggia; Gaia e Camilla stanno attraversando corso Fiume, quando un suv le travolge. Alla guida c’era Pietro Genovese, 20enne, che nella ricostruzione fatta successivamente all’incidente, Genovese aveva provato a soccorrere per primo le due giovani ma non c’è stato nulla da fare fin da subito.

Sempre nella ricostruzione, è emerso che Genovese stesse viaggiando a velocità oltre il limite e il suo tasso alcolemico era 3 volte superiore il consentito. La Procura, ai tempi del processo di primo grado, aveva anche contestato l’utilizzo del cellulare alla guida; di contro il 21enne aveva dichiarato l’impossibilità di evitare l’impatto con le due giovani. Dopo l’incidente Pietro Genovese si era detto “Sconvolto e devastato per quello che è successo”, come riferito dai suoi avvocati difensori

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2021 12:28